“A Taste of Gold and Iron – Un tocco di oro e acciaio” di Alexandra Rowland: molto bello
Quando ho iniziato a leggere “A Taste of Gold and Iron – Un tocco di oro e acciaio” di Alexandra Rowland (Leggereditore) l’ho fatto senza grandi aspettative. Lo sapete com’è, noi lettori temiamo sempre che un libro dalle ottime premesse possa poi deluderci. E invece, questo romanzo mi ha scaldato il cuore come pochi e finisce dritto tra i miei fantasy preferiti.
TRAMA – Kadou, il timido principe di Araşt, si trova in disaccordo con uno dei più potenti ambasciatori di corte in un alterco che si conclude con la sua umiliazione. Per dimostrare lealtà alla sultana, sua sorella, Kadou si assume la responsabilità di indagare su un’irruzione in una delle loro gilde con l’aiuto della guardia del corpo, il bello ma distante Evemer che sembra sopportarlo a fatica. Ad Araşt, dove il mito si intreccia alla storia e i principi possono saggiare i metalli preziosi tramite il semplice tocco delle dita, la contraffazione è eresia e la cospirazione che le indagini porteranno alla luce potrebbe paralizzare la posizione finanziaria del regno e condurlo alla rovina.
Iniziamo col dire che ad “A Taste of Gold and Iron – Un tocco di oro e acciaio” non sto dando cinque stelle piene solo perché non avrei voluto che finisse. Se ci fossero state altre 500 pagine io me le sarei lette volentieri. Perché, onestamente, ma come si fa a lasciare Kadou ed Evemer?
Ho trovato questo romanzo originale per quanto riguarda l’ambientazione e il worldbuilding, ma anche per le capacità che hanno alcuni dei personaggi, e per come sono stati trattati alcuni aspetti legati alla maternità.
Non vi aspettate battaglie epiche e sanguinarie, ma sicuramente qualche scontro che vi farà palpitare; e sarà interessante capire che non sempre i giochi di potere sono legati alla forza. Che l’astuzia e la conoscenza possono essere armi altrettanto potenti, oltre che naturalmente la bontà di cuore.
Ho amato molto la delicatezza con cui viene affrontato il tema degli attacchi di panico. Naturalmente Kadou non sa cosa gli succeda di preciso, le chiama le sue “afflizioni” e si dà spesso del “codardo”, ma Alexandra Rowland ci fa sentire sulla pelle tutto il suo malessere. Io che purtroppo spesso ne soffro, ho empatizzato molto con il principe e mi sono ritrovata perfettamente in diverse cose che descrive. Parlarne, in un libro come questo, l’ho trovato davvero importante.
Bellissimo è il percorso di crescita e di cambiamento che affrontano Kadou ed Evemer. Il primo deve affrontare le sue paure, la sua mancanza di stima in sé e nelle sue capacità, aprirsi con fiducia senza limitazioni, capendo quanto sia bello condividere il suo cuore colmo d’amore. Il secondo sarà costretto a rivedere ogni sua convinzione, smussare anche gli angoli più appuntiti e scoprire chi essere assecondando i propri desideri e bisogni.
La loro storia d’amore segue un ritmo autentico, senza strattoni, senza forzature. Li ho adorati e avrei voluto sbirciare ancora un po’ nelle loro vite. Chi lo sa, magari Alexandra Rowland ci regalerà un seguito… io sono già pronta a leggerlo!