“Un ragazzo è quasi niente” di Lisa Balavoine: molto originale
La prima lettura dell’anno è stata “Un ragazzo è quasi niente” di Lisa Balavoine (Terre di mezzo): il 2024 non poteva iniziare meglio!
TRAMA – Romeo ha sedici anni. È un ragazzo e ha capito presto quello che il mondo si aspetta dai maschi. Ma lui preferisce ballare da solo, guardare i film di Jim Jarmusch, ascoltare musica di un’altra epoca. La sua vera casa è il negozio di dischi dello zio, dove può non assomigliare a niente. Poi, l’incontro elettrico con Justine, la ragazza fringuello, che ha il potere di immobilizzare la Terra e che l’attimo dopo è già volata via. Per la prima volta Romeo sente una scossa: non è il solo a volersi libero, fuori dagli schemi, a rivendicare la fragilità senza mostrare i muscoli. Potrebbe scappare lontano, inseguire la propria voce, oppure farla vibrare assieme a quella di Justine. E accettare il rischio. Un romanzo quasi cantato per ritrovare con delicatezza la stagione delle prime volte, quando ogni storia può ancora essere scritta.
Se è vero che essere originali nei temi da narrare è sempre più difficile, perché si dice che ormai si “sia scritto tutto”, oggi è pure complesso non risultare banali nelle scelte stilistiche e negli espedienti narrativi.
Lisa Balavoine è riuscita a raccontare con grande originalità la storia di un adolescente alle prese con la scoperta di sé. Non un tema nuovo, quindi, ma un romanzo dalla forma autentica sì: Romeo, infatti, racconta la sua storia attraverso una lunga poesia.
Un canto, se vogliamo; un poema, che cambia il ritmo a seconda di ciò che si sta raccontando e che diventa più cupo o più ironico; al quale si affiancano pagine intere che hanno la forma di lunghi elenchi di azioni, di interrogativi.
Romeo si chiede perché non è come gli altri ragazzi della sua scuola. Lui sa di essere diverso, lo vede ogni giorno: non si riconosce negli atteggiamenti o nelle parole dei suoi coetanei, ha interessi diversi e non capisce perché debba attenersi a certi dogmi non scritti che però sembrano seguire tutti. Soprattutto, non riesce a comprendere perché sembra essere tanto difficile essere rispettosi delle ragazze.
Perché il modello di “uomo” prevede una sorta di prevaricazione? Perché bisogna essere necessariamente “dominanti”, senza preoccuparsi delle conseguenze? Romeo si chiede come può fare per uscire da questi schemi che non gli appartengono e ai quale non vuole uniformarsi, fino a quando non incontrerà Justine, una ragazza di cui si prenderà cura mentre imparerà a diventare grande.
“Un ragazzo quasi niente” è stata una bellissima lettura. Non prevede chissà quali colpi di scena o una trama complessa, ma non è questo il fulcro. Il messaggio dell’autrice arriva chiaro nonostante possa sembrare “strana” la scelta stilistica, almeno così per come ho provato a raccontarla: invece funziona, funziona eccome.