“Spell Bound” di F.T. Lukens: molto carino
“Spell Bound” di F.T. Lukens (Gribaudo) è una storia molto dolce, divertente e del tutto fuori dalle regole.
TRAMA – «Inalai avidamente l’aria polverosa della casa infestata, prima di strisciare via. Quando finalmente alzai la testa, la prima cosa che vidi fu Sun, con in mano la spada scintillante macchiata di rosso, che menava fendenti alla tenda con tutte le sue forze come una specie di angelo vendicatore. Un angelo che imprecava come uno scaricatore di porto. Era la cosa più bella che avessi visto nella mia breve vita. Poi svenni.» Incantesimi pericolosi. Due apprendisti nemici amici. Una crush scomoda. Un ente magico che vuole controllare tutto. Cosa potrebbe andare storto?
Vorrei partire dai ringraziamenti di F.T. Lukens perché, secondo me, sono il modo migliore per parlarvi di “Spell bound“: “Sia Rook che Sun tentano, in modo diversi, di ricreare sé stessi, plasmare il proprio essere e la propria personalità secondo quello che credono che gli altri vogliano da loro. Non funziona, perché alla fine non avevano bisogno di cambiare. Imparano che essere sé stessi è più importante e più soddisfacente che essere accettati da coloro che li vogliono diversi. E che ci sono persone nella loro vita che li ameranno e li stimeranno così come sono. Sento che per interiorizzare davvero questo messaggio di autoaccettazione sia necessario per molti di noi ascoltarlo ancora e ancora”.
E sì, io sono una di quelle persone che ha bisogno di un’occasione in più per ascoltarlo e di leggere una storia come quella di Rook e Sun.
A Rook, profondamente colpito dalla morte dell’adorata nonna che lo ha cresciuto, è stato detto che non ha un posto e ne sta disperatamente cercando uno. Gli è stato ribadito più volte che non è un mago ma lui, caparbio, determinato e testone, non vuole crederci, non vuole rinunciare alla magia. A costo di infrangere un mucchio di regole.
Per introdurvi Sun, invece, per prima cosa ricorro alle sue stesse parole: “Mi identifico come non-binariə. Quando ti riferisci a me, persona va benissimo”. Tostissimə, Sun è consapevole del suo essere diversə, ma allo stesso tempo capisce che ciò che gli altri vedono non rispecchia in pieno chi è. Ma una cosa la sa: non può rinunciare alla magia.
Entrambə sono alla ricerca della loro identità e il percorso non è mai facile. Per fortuna dalla loro avranno due maghə estremamente capacə, anche se molto diversə e spesso in conflitto, ma che sapranno fare fronte comune quando ce ne sarà bisogno.
“Spell bound” è il primo romanzo che leggo con l’uso della schwa. Mi è stato molto utile questo articolo per provare a districarmi nel modo migliore e dopo un po’ ero talmente immersa nella storia che non mi è risultato difficile (o strano) leggere queste pagine. Complimenti alla traduttrice, Giulia Marich, che ha fatto un lavoro incredibile.
Ho trovato adorabile il modo in cui evolve il rapporto tra i due giovanə protagonistə, anche attraverso un simpaticissimo espediente nella seconda metà del romanzo, e naturalmente alla fine mi sono commossa.
“Spell bound” è una coccola che porta con sé un messaggio così importante che leggerlo fa bene a qualsiasi età. Non avrebbe bisogno di un seguito, però questo non significa che io non possa desiderarlo ugualmente.