“Lacrime e stelle” di Naike Ror: PERFETTO
“Lacrime e stelle” di Naike Ror (Always Publishing) è un romanzo perfetto. Ho amato “Petali e spine“, ma qui l’autrice si è davvero superata.
Provare a parlare di un libro che mi ha lasciato molte emozioni è sempre difficile, perché trovare le parole giuste sembra un’impresa fin troppo ardua, ma proverò comunque a farlo dopo la trama.
TRAMA – Nella battaglia per la vendetta l’amore tra due nemici si rivelerà la più affilata tra le armi. Trixie Montgomery ha vissuto infinite vite, e ha ricevuto altrettante seconde occasioni. Ha ingoiato bocconi amari, digerito pesanti compromessi, e senza mai rinnegare il suo passato è riuscita a conquistarsi un futuro privilegiato all’interno delle Lancaster Industries e nella vita di Jaxon York, presidente della holding e suo migliore amico. Tutto sembra filare liscio, finché Trix non si troverà di fronte al bivio che cambierà la sua e molte altre esistenze, ponendola tutto a un tratto di fronte alla scelta di annientare o salvare il suo peggior nemico. Ad aspettarla al varco predisposto dal destino tentatore, c’è la persona più impensabile e pericolosa: Archie Lancaster, storico nemico di Jaxon, e l’unica persona in grado di minare tutte le seconde occasioni di Trix. L’uomo a cui è legata da una passione travolgente e feroce, da un sentimento intraducibile agli altri e da un segreto ingombrante, in grado di stritolare la vita di chiunque. A passi cadenzati, come condotti dalla potente musica di un’opera lirica, Trix e Archie si avvicineranno l’uno all’altra, delicati o irruenti, allineati o distanti. Ma un contorto meccanismo di menzogne e sotterfugi li avvolge nelle sue spire intricate, e in più un cinico nemico è pronto ad abbattersi su di loro senza esclusione di colpi. La disperazione prenderà il sopravvento, le lacrime di dolore sovrasteranno quelle di stupore e di gioia, o questo amore irrazionale sarà alla fine illuminato dal candore delle stelle?
Avevo davanti a me la scena più carnale di cui avrei mai potuto godere. Non era solo quello che stavamo facendo, ma il fatto che ci stavamo infliggendo del male attraverso le sensazioni più buone.
Ci stiamo sempre più abituando a incasellare i romance a seconda dei trope narrativi che sono descritti all’interno della narrazione. La motivazione è più che sensata: consentire al lettore o alla lettrice di avere, con una manciata di parole, un’idea delle dinamiche che troverà all’interno del romanzo, in modo da capire se è un sottogenere che potrebbe piacergli/piacerle o meno.
Giusto, corretto, non sto a sindacare anche perché io sono la prima che leggendo “AgeGap” faccio un piccolo passo indietro, quindi è uno strumento utile anche per me.
Però, con libri come “Lacrime e stelle” queste definizioni come “Odio/amore”, oppure “Office romance” mi sembrano così poco rappresentative… Provo a spiegarmi. Archie e Trixie più volte ci dicono che il loro rapporto sfugge a ogni tipo di definizione e che probabilmente solo loro due possono comprenderlo fino in fondo, senza dargli nessuna etichetta.
Allo stesso modo “Lacrime e stelle” è un romanzo che non può rientrare in una etichetta perché contiene così tanto che il rischio è di sminuirlo. E solo chi lo ho letto può capire di che parlo, della potenza che racchiude in ogni singola pagina, della forza di una storia complessa, che esplode in tutta la sua spietatezza, in un misto di rabbia e amore che scombussola il cuore.
Ho finito di leggerlo giorni fa e da allora ho continuato a rimandare la scrittura di questo post. Poche volte, da quando ho aperto il blog, mi sono ritrovata nella situazione di sentirmi in difetto rispetto a un libro. Di sapere già in partenza che qualunque cosa io potrò mai scrivere, non riuscirò a dare giustizia a un romanzo così bello e intenso.
Ho avuto modo di apprezzare la scrittura di Naike Ror in altre occasioni, ma qui credo che si sia superata. Complice probabilmente un periodo particolarmente complicato – e rabbioso – che stava attraversando, ha riversato su queste pagine tutto il suo dolore, permeandole fino a trasmetterlo al lettore, che si ritrova imbrigliato nella storia di Trixie e Archie con un perenne nodo alla gola.
Trixie e Archie, due personaggi impossibili da dimenticare. Si fanno del male a vicenda anche mentre si scambiano le sensazioni più buone e dolci. Si insultano per poi accarezzarsi; non smettono di volersi anche quando sono costretti a fingere che non sia così; si proteggono tenendosi distanti; sono convinti di poter soffocare i propri sentimenti per il bene dell’altro, senza capire quanta sofferenza non fanno che alimentare.
“Siamo due poveri masochisti che mentono sempre a tutti, compresi loro stessi”, dice Trixie a un certo punto, riassumendo perfettamente la dinamica che si instaura tra lei e Archie.
Eppure, tutto quello che fanno è mosso da un amore incredibilmente profondo, dettato da una comprensione che giunge prima ancora di un cognome che fa paura, o di un passato che avrebbe distrutto chiunque. Un legame scandito da un ascolto attento e aperto, dei gesti quanto delle parole. Un impegno che va oltre le dinamiche di una guerra di potere, con cui però entrambi sono costretti a fare i conti.
Ci sono Trixie e Archie in questo romanzo, e basta. Ci sono i loro dialoghi taglienti e spietati, e incredibilmente dolci e premurosi. Ci sono i loro scontri verbali e quelli fisici, in un turbinio di rabbia e di passione. Ci sono le loro paure e le loro fragilità che si scontreranno contro la prova più grande che dovranno affrontare.
Tutto il resto, rimane nello sfondo. Trixie e Archie sono troppo abbaglianti. Il loro amore lo è, così come la scrittura di Naike Ror che ci fa dimenticare ogni cosa.
“Lacrime e stelle” è un romanzo perfetto. Mi dispiace di non essere stata capace di raccontarvelo come meriterebbe, ma voi fatevi un regalo: leggetelo. E poi, magari, ne parliamo.