“Kitsune. L’ombra della volpe” di Cecilia Randall: molto appassionante
“Kitsune. L’ombra della volpe” di Cecilia Randall (Gribaudo Fantasy) mi è piaciuto un sacco e devo ammettere che non mi aspettavo di rimanerne così coinvolta. E il finale, poi… molte svolte narrative sono arrivate del tutto inaspettate, sconvolgendo quello che pensavo sarebbe stato l’evolversi della storia.
TRAMA – Chiaro avrebbe tanto voluto essersi appena risvegliato da un lungo incubo, ma ormai sapeva bene che non era così. Non aveva più incubi da quando il baku glieli aveva mangiati. Si rassegnò a quella totale follia. Era tutto vero, gli altri avevano sempre avuto ragione… Yokai. Non sapeva nemmeno come tradurre quel concetto: erano i mostri delle favole? Creature maligne? Protettori soprannaturali? E lui? Cos’era diventato? Un fantasy ispirato alla mitologia giapponese, un’avventura tra guerrieri shinobi, sacerdoti shinto, spiriti yokai e divinità kami.
“Sentirai spesso parlare di yokai, da adesso in poi. È il modo in cui la gente di queste parti chiama le creature soprannaturali, e purtroppo per te, una kitsune, cioè una volpe, è uno degli yokai più temuti”.
Chiaro ha quindici anni, una lunga chioma bionda, e gli occhi colore del cielo limpido. Orfano da due anni, dopo un anno in un istituto ha raggiunto l’età per iniziare a lavorare. Convinto di poter diventare ricco come Marco Polo, parte da Nuova Venezia, semi-sprofondata nel mare dopo la Grande Crisi Planetaria, e si unisce a una spedizione commerciale diretta a Oriente.
Ovviamente, nulla va come sperato. La carovana viene assalita e lui è l’unico sopravvissuto all’attacco, ma solo perché i predoni hanno intenzione di venderlo. Chiaro riesce a scappare e a trovare riparo in una foresta dentro la quale è difficile orientarsi, si incontrano creature davvero strane, e altre in pericolo.
E, come spesso accade in libri come questi, l’eroe compie il suo primo gesto di altruismo, da cui avrà inizio ogni cosa.
Tra superstizioni, profezie, talismani, credenze antiche che si mischiano a una cultura millenaria, la storia di Chiaro subirà uno scossone dietro l’altro, fino ad arrivare a un epilogo che mi ha sorpresa.
Dico subito la verità: non sono mai stata una grande appassionata di Oriente, sebbene riconosca il fascino di una cultura tanto distante dalla nostra quanto piena di suggestioni, su cui è facile fantasticare. Quindi all’inizio ero un po’ scettica ma Cecilia Randall mi ha fatto ricredere, specie perché sono stata al fianco di Chiaro il quale, come me, impara a conoscere qualcosa del Sol Levante pagina dopo pagina.
Credo che questa sia stata una delle chiavi vincenti di “Kitsune“, il non dare mai nulla per scontato e di non lesinare spiegazioni, che sono abilmente inserite nella narrazione, senza mai appesantirla o senza correre il rischio di diventare didascalica.
La storia è piena di personaggi secondari che sono davvero ben descritti e Chiaro, nella inevitabile battaglia finale del bene contro il male, si ritroverà prima in una brigata impensabile, e poi dovrà chiedere aiuto a chi non avrebbe mai creduto di avere al proprio fianco.
Ma per combattere contro un mostro tanto spietato quanto orribile c’è bisogno di qualsiasi stratagemma, così come di racimolare tutto il proprio coraggio.
Non voglio raccontarvi troppo della trama perché per me è stato bellissimo scoprirla durante la lettura e credo che per ogni lettore dovrebbe essere lo stesso.
Il ritmo della narrazione della seconda parte del romanzo aumenta capitolo dopo capitolo, e io ho fatto un’unica tirata fino alla fine perché ero troppo curiosa di sapere cosa sarebbe successo. E, lo ripeto, ne sono rimasta spiazzata. Mi ero fatta un’idea e Cecilia Randall me l’ha scacciata via senza nemmeno farmi capire da dove arrivava il colpo e credo che anche questa sia un’abile mossa da scrittrice ormai abituata a maneggiare trame complesse. È sempre bello venire stupiti da una lettura.
Bello, sì, ma io, a questo punto, mi chiedo. La storia di Chiaro continua, non è vero? Perché, mica si possono lasciare dei lettori così, eh, non è giusto…
“Kitsune” è un fantasy per ragazzi (ma non solo!) molto ben scritto e raccontato, ironico, emozionante e adrenalinico. Ha tutti gli ingredienti al posto giusto, insomma. Che volete di più?