“Pioggia sottile” di Luis Landero: molto originale

Chi ritiene che sia stato già scritto tutto sulle famiglie, dovrà ricredersi leggendo “Pioggia sottile” di Luis Landero (Fazi Editore).

TRAMA – A Madrid vive una famiglia come tante: una madre vedova ormai anziana, tre figli adulti. La madre fra poco compirà ottant’anni e, per l’occasione, l’unico figlio maschio vuole organizzare un pranzo che riunisca tutti. Ma le sorelle non ci stanno: ha forse dimenticato che non si parlano più da mesi? In effetti, a ben guardare la situazione è tutt’altro che idilliaca. Nel tempo, malumori e risentimenti di ogni sorta hanno logorato i rapporti, in un groviglio di accuse reciproche che sembra inestricabile: la gelosia fra le due figlie, il loro comune rancore verso il fratello, ma anche verso la madre, colpevole di aver sempre preferito lui. All’annuncio di questo pranzo imminente, i problemi tornano a galla e ognuna delle donne di famiglia cerca un’alleata in Aurora, l’irreprensibile nuora e cognata che suo malgrado è diventata la confidente di tutti ed è costretta a trascorrere le giornate al telefono ascoltando le loro lamentele. Cosa che comincia a pesarle più di quanto potesse immaginare… Si può parlare di tutto con i propri cari? Nessun racconto è innocente, tantomeno lo è quello che ci raccontiamo sulla nostra famiglia.

C’è qualcosa nelle parole che, di per sé, comporta un rischio, una minaccia, e non è vero che il vento se le porta via facilmente come dicono. E capita, ogni singola volta, che le storie o le parole riemerse dagli oscuri anfratti della memoria tornino con intenzioni bellicose, cariche di rimostranze, bramando rivendicazione e discordia.

Pioggia sottile” di Luis Landero è uno di quei romanzi che “parte piano”, quasi dolcemente; per iniziare a fregarti già verso la metà, quando capisci di essere finito in una matassa di relazioni familiari impossibili da districare, e nella tela di conflitti mai risolti nei quale rimanere intrappolato. 

Per ritrovarti tra le mani un finale inatteso, e decisamente amaro. 

Pioggia sottile” è un vero e proprio vortice di incomprensioni in cui la necessità di affermare la propria verità è più forte del desiderio di riappacificazione.

È incredibile come lo stesso momento possa essere percepito in modo diverso da chi lo ha vissuto. Le emozioni provate si mescolano alle convinzioni sugli altri; gli oggetti assumono colori diversi a seconda della predisposizione d’animo di ognuno; le parole assumono toni e significati differenti; il valore di un gesto muta lo scenario al variare dei punti di osservazione.

Ore e ore di racconti interminabili, quasi tutti infarciti di minuscoli dettagli sentiti mille volte e che loro non si stancavano mai di ripetere, con le loro versioni contrastanti, nelle quali non c’era episodio, per piccolo che fosse, che non avesse altre varianti, che non venisse confutato o negato dagli altri, di modo che Aurora aveva la logorante impressione di essere immersa in un incubo dal quale era impossibile svegliarsi. 

E al centro di innumerevoli chiamate, telefonate, sfoghi, c’è lei, Aurora, che ascolta, sente, commenta con poche parole, assorbe. Assorbe questa massa informe di astio, di rancore, di bile, che si fa sempre più tangibile, mentre ognuno riversa su di lei anni e anni di infelicità senza mai chiedersi se Aurora abbia o meno, anche lei, una storia da raccontare. 

Chi legge sa per certo che nessuno ha ragione – sempre se di “ragione” si può parlare. Perché qui non è un narratore onnisciente a raccontare ma i protagonisti con la loro versione dei fatti. Che muta, che si evolve, che diventa più tagliente a seconda di come faccia più comodo.

Lo “sgretolamento” più inaspettato per me è stato quello di Gabriel. Al quale comunque Aurora, ancora una volta, si rassegna, senza agire.

Silenzi che avevano il valore di un’accusa, sguardi furtivi e modi ostentati di non guardarsi, passi pesanti e decisi che annunciavano propositi irriducibili, oggetti maneggiati con violenza, esclamazioni e bestemmie rabbiose. 

Cosa rimane di questo fiume in piena di parole? La consapevolezza che non si potrà mai mettere un punto perché ci sarà sempre qualcuno pronto a dire che le cose non sono andate affatto in quel modo. 

Pioggia sottile” di Luis Landero è un racconto molto originale, in cui Aurora è il centro, il perno, ma di cui si sa poco o nulla. A interessarci è il suo ruolo di ascoltatrice, di cui si fa carico ancora una volta a nostro beneficio. 

Luis Landero ci priva, quasi, delle sue parole, rendendo Aurora un meccanismo intrinseco della sua trama, un espediente narrativo che si gioca su sovrapposizioni di telefonate e di dialoghi che, ne sono certa, saranno stati difficilissimi da scrivere, ma in cui è stato molto facile perdersi, in una lettura che diventa sempre più immersiva. 

Originale, crudo e spietato. “Pioggia sottile” è una lettura consigliatissima. 


   	

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