“Il sonno della giustizia” di Stacey Abrams: un thriller molto attuale
“Il sonno della giustizia” di Stacey Abrams (Piemme) è un thriller davvero molto bello. Complesso, non lo nego, ma di grande fascino ed estremamente attuale.
TRAMA – È il diciotto giugno, alle undici e quarantasette di sera, quando il cervello di Howard Wynn, anziano e scomodo giudice della Corte Suprema, smette di funzionare. Ma nulla è casuale, nella vita del giudice Wynn: la sua carriera è stata una partita a scacchi, e la prossima mossa – anche dal coma in cui è precipitato – è già pronta sulla scacchiera. E si chiama Avery Keene. Avery è una giovane avvocatessa, assistente di Wynn, con una famiglia complicata e pochi santi in paradiso: con un misto di umiltà e ambizione, ha lavorato sodo per arrivare dov’è. E, adesso che il suo capo è in coma, si ritrova in una posizione scomodissima: perché Wynn, a sua insaputa, l’ha nominata sua tutrice legale. Ora la vita e la morte del vecchio giudice sono nelle sue mani. E non solo. Perché sono molti i segreti che Wynn, dal suo scranno nel cuore del potere, ha visto passare davanti a sé. Segreti che l’hanno portato a condurre un’indagine riservata, rimasta inconclusa, e destinata a mettere in ginocchio persone molto importanti, compresa la più importante di tutte: il presidente degli Stati Uniti. Ad Avery non resta che scoprire – indizio dopo indizio, sapientemente disseminati dal giudice – di che indagine si tratti, e quale debba essere la prossima mossa. Perché è chiaro che una sola cosa conta davvero: la verità. Quella che il giudice Wynn era arrivato così vicino a conoscere, e senza la quale il destino dell’America non potrà che essere nerissimo.
Mentirei se scrivessi che “Il sonno della giustizia” sia un libro senza difficoltà. È un romanzo che unisce politica, biotecnologie, aspetti legali e… strategie degli scacchi, in un mix che apre scenari pazzeschi.
Sono sincera nel dire che alcuni passaggi non sono di immediata comprensione, specie se non si conoscono alcune dinamiche politiche e governative americane, ma “Il sonno della giustizia” è una lettura che ripaga lo sforzo che richiede.
Stacey Abrams ha impiegato dodici anni per completare la scrittura di questo romanzo, e a ogni pagina si evince l’immane lavoro di ricerca che ha svolto, oltre alla precisione con la quale ha intessuto una trama elaborata e complessa.
Non ci sono particolari colpi di scena, ma il racconto di ciò che si è disposti a compiere per le motivazioni sbagliate, credendo che invece fossero quelle migliori per tutte. Quanto il potere e la scienza si equivalgano, quando c’è da giocare a sentirsi Dio.
Mi è piaciuto il lato più fragile della protagonista de “Il sonno della giustizia“, Avery Keene. Una ragazza coraggiosa e dalla vivace intelligenza, costretta dal suo mentore a un atto di fede. Durante una folle corsa contro il tempo dovrà abbassare le sue difese e trovare qualcuno di cui fidarsi. Del resto, nella vita difficilmente possiamo farcela da soli.
Lo consiglio agli amanti dei grandi thriller di stampo americano, quelli che hanno ispirato film che sono diventati dei veri e propri cult. Magari succederà anche a “Il sonno della giustizia“, che secondo me si presta per sia i temi di grandi attualità e che per la trama ben concepita.