“28 domande per innamorarsi” di Indyana Schneider: avvolgente
“28 domande per innamorarsi” di Indyana Schneider (Atlantide) è stata una lettura del tutto immersiva. L’enciclopedia Treccani definisce “immersivo” qualcosa “nel quale si entra completamente, rimanendone avvolti e catturati”. Ecco, questo romanzo avvolge e cattura, non avrei saputo dirlo meglio.
TRAMA – Quando Amalia, studentessa australiana e cantante lirica al primo anno di musica a Oxford, incontra Alex, anche lei nella medesima università, immediatamente nasce un’amicizia straordinaria. Durante la loro frequentazione, scandita da 28 domande ideali sull’amore e sulla vita – una per ogni capitolo del libro – le due ragazze si rendono conto di non poter fare a meno l’una dell’altra. Nel tempo tra loro cresce qualcosa di così puro e prezioso che le avvolge completamente e che le rende diverse da ciò ce credevano di essere. Così, mentre i mesi passano, Amalia e Alex non possono più ignorare la grandezza e l’intensità del proprio desiderio, e si scoprono sempre più attratte reciprocamente. Fino a che, con quel terrore mescolato a frenesia che tutti gli innamorati conoscono, l’amicizia diventa amore – un amore come nessuna delle due ha mai conosciuto fino a quel momento e che le farà sentire ancora più speciali l’una per l’altra, ma che presto metterà in crisi la loro amicizia, fino al rischio di perdersi per sempre. O forse no… Sensuale, poetico, coinvolgente e inatteso, 28 domande per innamorarsi è il racconto di un primo, assoluto, grande amore.
Io: Trovo l’amore così sconcertante
Lei: Cosa c’è di sconcertante nell’amore?
Io: Nessuno è davvero d’accordo su cosa sia l’amore.
Lei: No, infatti.
Conoscere Amalia, Alex, e tutti gli altri personaggi di “28 domande per innamorarsi” è stata una boccata d’ossigeno. È stato come vivere un momento pieno, colorato, abbagliante, pieno di ritmo, di suoni, odori.
È stata una esperienza totalizzante che ha coinvolto ogni parte di me e non saprei nemmeno descrivervi bene la sensazione che mi hanno restituito quelle pagine. Mi sono sentita viva, ecco. Desiderosa di muovermi, di fare qualcosa, di scoprire in che modo dono e ricevo amore, di farmi domande, di non smettere di chiedermi chi sono.
Ho l’impressione che più cresco, più aumenti il bagaglio emotivo che mi porto dietro, quindi immagino che aumenti anche il tempo che ci vuole per conoscermi.
Sarebbe sufficiente dire, in una manciata di parole, che racconta una storia d’amore? Di una amicizia che diventa una relazione più complicata? Di due ragazze che incontrano la loro Persona?
Per me, no. Perché “28 domande per innamorarsi” è un continuo mettersi in gioco, scavare a fondo nei sentimenti, nelle idee, compiere leggerezze, ballare, comporre musica e poesie. Ci sono i legami di amicizia, i rapporti familiari e un costante guardarsi allo specchio alla ricerca di un riconoscimento, di un’affermazione, di una risposta.
Permettetemi di dire che Indyana Schneider, a mio avviso, essendo una cantante, una musicista, abbia in sé un tipo di sensibilità che altri scrittori non possiedono. Il suo essere così dedita a una forma d’arte l’ha plasmata, rendendola capace di vedere attorno a sé in modo diverso, di “sentire” le emozioni in maniera differente. E tutto questo si è riversato nella sua scrittura creando una miscela unica, del tutto originale rispetto a quanto ho letto finora.
“28 domande per innamorarsi” parla a ognuno di noi, anche se non siamo vicini all’età delle protagoniste, perché alcuni interrogativi rimangono identici – e forse senza risposta – per quasi tutta la vita.
Mi sono sentita bene, leggendolo, anche nelle parti più complicate. Anche se mi sono asciugata una lacrima a fine lettura. E quando un libro ti fa stare così non puoi che ringraziare per questo regalo che ti è stato offerto. Perché Indyana Schneider in queste pagine si è donata molta. E io vi invito a scoprirla.