“Oggi sarò tempesta” di Silvia Ciompi: denso di emozioni
Silvia Ciompi torna in libreria con un nuovo romanzo, dal titolo “Oggi sarò tempesta” (Sperling,) in cui ci racconta di personaggi capaci di donare al lettore forti emozioni.
TRAMA – Greta ha poco più di vent’anni, una paura viscerale di essere in ritardo sulla tabella di marcia della vita e tante bozze di romanzi mai conclusi sul pc. Per pagarsi gli studi e placare il padre padrone che la controlla di continuo, lavora tutte le estati in una fabbrica di pomodori nel cuore della Maremma toscana, un posto che trasuda disperazione e degrado. Eppure, è proprio lì che, nel momento più buio, conosce Lidia, abbandonata dal marito con un figlio sedicenne che le sembra sempre più un estraneo. Turno sfiancante dopo turno sfiancante, tra le due nasce un’amicizia profonda, complice: per Greta, un porto sicuro nella tempesta d’emozioni che è l’amore per Simon, un ragazzo del Ghana che lavora con lei; per Lidia, una fonte di conforto tra le difficoltà della sua situazione famigliare. E sarà proprio grazie alla forza del loro legame che entrambe avranno il coraggio di cambiare la loro vita.
Non tutte le persone arrivano per ferirci, Greta. Alcune vengono per guarire.
“Oggi sarò tempesta” è un libro denso, ma i lettori e le lettrici di Silvia Ciompi sono abituati da anni ormai ad avere tra le mani pagine così ricche di vita, di storie, di emozioni.
Sono quattro i protagonisti del romanzo. Greta, Lidia, Simon e Alessio. Ognuno, a suo modo, declina il dolore che influenza ogni battito, ogni parola detto o taciuta, ogni gesto nascosto o accennato.
La paura – e quindi l’immobilismo – di Greta nasce dalla parole distorte del padre, si alimenta dei suoi giudizi, dei suoi “non sei capace”, dei suoi sogni lasciati a metà, dei limiti della provincia che diventano confini. La certezza di “non essere fatta per nessuno”, se non “per il dolore e basta, per le botte del padre e nulla più”, crolla sotto lo sguardo di Simon.
Si stupiva della differenza che c’è tra la violenza e il tocco di chi ti chiede il permesso.
Simon, che si è dovuto specchiare in un mare di morte per afferrarsi ancora di più alla vita, che ha negli occhi così tante atrocità da non credere di poter soffermare di nuovo lo sguardo sulla bellezza, si dovrà ricredere non appena scorgerà le lentiggini di Greta, i suoi spigoli, i suoi lividi, i suoi silenzi. Scoprendo che cercare un appiglio, in due, a volte non è pericoloso, ma l’unico modo per salvarsi.
Poi c’è Lidia. Oh, Lidia. Quanto è stato facile capire chi sei, quanto è stato semplice sentire sotto pelle tutto ciò che provi. Il tuo coraggio, la tua generosità, la tua forza, ancora più folgoranti non appena hanno provato a spezzarti, di nuovo.
E infine, Alessio. Senza ombra di dubbio il mio personaggio preferito, anche se per tutto il libro ho avuto una gran voglia di gridargliene quattro. Ma poi ho capito che l’unico modo per passeggiargli accanto sarebbe stato ascoltarlo, prenderlo per mano. Anche senza il suo permesso. Bellissimo il momento in cui, con le dovute differenze, si accosta alla diversità di Simon.
Tempesta è quando smetti di avere paura e vivi quello che resta.
La scrittura di Silvia Ciompi è incredibilmente intensa ed emozionante. Quello che mi piace di questa autrice è che si prende tutto il tempo che le occorre, che dipana le sue trame senza fretta, senza che le storie dei suoi personaggi subiscano scossoni per problemi di spazio o di lunghezza.
Di “Oggi sarò tempesta” ho apprezzato l’inserimento di temi importanti, di cui si parla sempre meno, e il fermo proposito di costruire un piccolo nucleo familiare fatto di scelte, non di sangue.
Perché alla fine è con le scelte che facciamo i conti, ed è più facile farlo se accanto hai chi ti amo per chi sei veramente.
Da siciliana – da palermitana – il mare l’ho sempre visto come opportunità ma soprattutto come prigione. Quel confine che non apre, ma chiude, delimita. Il mare che mi ha sempre circondata, lambita, mi ha fatto sentire ancora più distante, messa da parte, come se già non bastassero i pregiudizi e gli stereotipi a farlo. Il mare ritorna ancora una volta in un romanzo di Silvia Ciompi e io ne riesco a cogliere tutta la forza, tutto il potere. Quel mare che è salvezza e morte, quel mare che è spietato, che incanta, che ammalia, che restituisce, ma che spesso tiene per sé.
E che culla, quando serve.