“La mossa del gatto” di Sonia Sacrato: tra passato e presente
“La mossa del gatto” di Sonia Sacrato (Newton Compton) è un romanzo molto carino e ben scritto che, secondo me, va oltre le “restrizioni” che il termine giallo conferisce al genere.
TRAMA – 22 novembre 1956: le acque del Piave restituiscono il corpo della giovane Virginia. Nonostante dei lividi sospetti sul suo corpo, il medico legale certifica la morte per annegamento. L’ipotesi di omicidio è messa da parte dopo avere ascoltato la sorella della vittima e il caso viene archiviato come suicidio. Sessant’anni dopo. Cloe – una giovane insegnante di storia dell’arte – non riesce a dire di no alla richiesta della madre che vuole il suo aiuto per svuotare la vecchia casa della nonna, Clotilde, morta da poco. Lascia quindi Alba in compagnia di Pablo, il suo gatto, alla volta di Vas, in Veneto. Cloe non ha bei ricordi legati a Vas, né alla nonna: è decisa a tornare ad Alba prima possibile. Ma il paesino ha delle sorprese in serbo per lei. Una triste storia che riguarda la sorella della nonna, che Cloe ignorava. Un incontro con qualcuno che, da piccola, le ha fatto battere il cuore. Ma soprattutto soffitte che celano misteri e che accendono in lei un irrefrenabile desiderio di sapere. Aiutata da un carabiniere in pensione e dall’inconsapevole ma decisivo gatto, Cloe si lascerà travolgere da un’indagine che la porterà a scoperte davvero inaspettate.
“La mossa del gatto” di Sonia Sacrato per me è qualcosa di più di un “giallo”. A mio parere lo è perché le morti su cui Cloe, la protagonista del libro, si lambicca non sono a lei vicine, anzi.
E poi perché i segreti e i ricordi del passato le sono di aiuto per fare chiarezza in modo lucido sul rapporto con la nonna, e per mettere ordine – in modo molto meno razionale – tra i sentimenti del suo cuore.
Curiosa, generosa, appassionata, Cloe è uno di quei personaggi che non aspira a diventare la nuova signora Fletcher (e guadagna punti solo solo per questo!), ma che finisce per caso a fare i conti con delle morti, dopo aver trovato degli oggetti in casa di sua nonna, appena deceduta.
Facendo ordine insieme alla madre, Cloe trascorrerà dei giorni poco sereni, puntellati da incubi, durante i quali ricordi dolorosi riemergeranno, dandoci non solo la misura del dolore che Cloe si porta dentro, e che finisce per influenzare sulle sue relazioni, ma anche sulla cattiveria che può abitare un cuore arido.
E non mancheranno altre grane per la nostra protagonista. Che, da una parte, vive una relazione con il bel cuoco Sandro, sexy, bravo in cucina e in un’altra stanza della casa, premuroso e attento; e dall’altra, ha ritrovato dopo tantissimo tempo un paio di occhi azzurri che le scombussolano i pensieri.
Come sbrogliare una matassa emotiva che sembra fin troppo ingarbugliata?
Sonia Sacrato ha uno stile fresco, ironico, capace di bilanciare bene i toni della narrazione, che scorre via fluida, rendendo il romanzo davvero piacevole.
Non mi hanno convinta, però, i capitoli ambientati nel passato, che mi hanno lasciato un senso di incompiutezza. Mi sarei aspettata una circolarità tra i due momenti sul finale, una chiusura che unisse entrambi i piani temporali, che però non è arrivata.
Il presente finisce per avere un peso più rilevante, come è anche giusto che sia, e mi ha fatto quasi dimenticare di quei personaggi del passato.
Ma “La mossa del gatto” rimane un romanzo godibile e pieno di sorprese, che mi ha tenuto piacevole compagnia, strappandomi più di un sorriso.