Autori “premiati”: sì o no?
Autori “premiati”: sì o no?
Ogni tanto mi lascio frega… Ehm, convincere dalle fascette che appaiono sui libri proprio un attimo dopo la premiazione di quel particolare romanzo (no, non aprirò una parentesi su quanto velocemente spuntino), o dopo che quel/quella determinato/a autore/autrice abbia ricevuto un riconoscimento prestigioso.
Generalmente non cavalco l’onda del momento, lo faccio di rado anche quando si tratta di best seller, ma non mi dispiace aprirmi ogni tanto a qualcosa di nuovo. E così ho iniziato a leggere e ad ascoltare su Audible “Guida il tuo carro sulle ossa dei morti” di Olga Tokarczuk, premio Nobel per la Letteratura nel 2018.
Meno male, e ripeto, meno male che l’interpretazione magistrale di Aurora Cancian (in un commento su Audible ho letto “da Oscar”, e non potrei essere più d’accordo) mi è venuta in soccorso perché io non lo so se lo avrei finito.
La prima parte, soprattutto, è piena di lunghe riflessioni della protagonista, Janina Duszejko (ma mai a chiamarla per nome!), anziana insegnante di inglese in un paesino di provincia, in inverno custode delle case di vacanza nella Conca di Klodzko. Ama fare gli oroscopi, scoprire la data di morte delle persone – la sua già la sa – e ha un profondo rispetto per gli animali.
Aurora Cancian nella sua interpretazione è bravissima a mantenere alto il ritmo della narrazione (diciamolo fuori dai denti, anche quando nel testo c’è calma piatta) e a dare un tocco di pungente ironia alla protagonista. Che c’è anche nel libro, ovviamente, ma all’ascolto mi è risultato decisamente più incisivo.
Non so cosa non abbia esattamente fatto presa su di me, perché alcune considerazione sulla natura degli essere viventi sono anche state interessanti, ma non ho mai preso in mano la matita per sottolineare qualche passaggio o per appuntarmi una frase che mi ha colpita.
Il libro si apre con il ritrovamento di un cadavere, che sarà soltanto il primo, e poi per pagine e pagine quasi il nulla cosmico. Per fortuna, dalla metà in poi, il ritmo del thriller sale – ma giusto un po’ -, lasciando più spazio alla trama e meno a complicate elucubrazioni mentali. Il finale, però, rimane parecchio prevedibile.
Quindi, cara Olga, avevo riposto in te moltissime aspettative, ma ci sono rimasta male. Peccato perché le copertine che ha realizzato Bompiani sono bellissime e avrei comprato i libri a scatola chiusa. Dopo “Guida il tuo carro sulle ossa dei morti”, però, mi sa che mi fermo qui.
io l’ho trovato troppo strano per i miei gusti: ho fatto davvero tanta fatica per terminarlo