Quando un audiolibro diventa un prezioso alleato?
Quando un audiolibro diventa un prezioso alleato?
Senza dubbio nel caso dei cosiddetti “recuperoni”. Ci sono romanzi che alcuni lettori si sentono quasi “in dovere” di recuperare, di leggere, come se fosse indispensabile saperne in qualche modo parlare quando si è in presenza di altri lettori. Il mese scorso abbiamo parlato del nostro rapporto con i classici e voglio continuare su quella scia per dirvi ancora una volta quanto gli audiolibri che sto ascoltando grazie a Audible mi stiano aiutando ad avere un rapporto meno complicato con questi grandi capolavori.
Da anni mi riproponevo di leggere “Il nome della rosa” di Umberto Eco, un libro che non ha bisogno certo di presentazioni, ma che mi ha sempre fatto paura. Be’ sì, quella sorta di timore reverenziale che si ha nei confronti di opere così monumentali.
Nel caso de “Il nome della rosa” a intimidirmi non era certo la trama o la lunghezza del romanzo, ma lo stile dell’autore. Straordinario, non c’è che dire, ma senza dubbio ostico. Non possiamo certo definirlo scorrevole, sia per le accurate descrizioni, che per gli inserti in francese e in latino. Inoltre, ci sono lunghe riflessioni filosofiche e altre digressioni di carattere storico che potrebbero appesantire la lettura, se non distrarre o addirittura far decidere di mollare il libro.
Io mi sono del tutto affidata a Tommaso Ragno che su Audible mi sta guidando con il suo talento sorprendente in un viaggio non privo di avversità, ma che, grazie a lui, sto assaporando come non sarei stata in grado di fare da sola. Non so quale sia stato il lavoro preparatorio che ha dovuto affrontare l’attore, ma la sua lettura restituisce un tale senso di familiarità con il romanzo, che rende l’esperienza di ascolto ancora più appassionante.
Umberto Eco è noto per le sue lunghe descrizioni pieni di particolari. Faccio un esempio: la prima parte del capitolo cinque (l’indicazione è della divisione in capitoli dell’audiolibro) è dedicata alla rappresentazione del portale della chiesa che viene ammirato da Adso. Probabilmente, la lettura di quelle pagine sarebbe stata troppo complessa, mi avrebbe gettata un po’ nello sconforto. Invece, con Tommaso Ragno mi è sembrato di essere lì davanti, accanto al giovane monaco, a perdermi in quei dettagli insieme a lui.
Mi riesce davvero difficile descrivervi il modo accalorato con il quale l’attore legge le pagine de “Il nome della rosa”, tanto da farci sentire parte del romanzo, ma anche i toni che usa per restituirci subito il senso di una frase o la misura dell’atteggiamento di un personaggio. Posso solo dirvi che mi sta piacendo tantissimo e che sono davvero convinta che da sola non sarei riuscita a farmi coinvolgere in questo modo dal romanzo.
Quindi sì, l’audiolibro è davvero un alleato prezioso!