“L’invenzione dell’amore” di José Ovejero: molto originale
“L’invenzione dell’amore” di José Ovejero (Voland) è uno tra i romanzi più originali che abbia letto, in materia di sentimenti e di scoperta di sé.
TRAMA – Dalla terrazza del suo appartamento a Madrid, Samuel osserva con distacco il viavai quotidiano della città. È un uomo che non ama impegnarsi con nulla e con nessuno, vive da solo e passa da una relazione all’altra. Una mattina, però, qualcuno gli annuncia al telefono che Clara è morta in un incidente stradale. Sebbene non conosca nessuna Clara, Samuel decide di partecipare al funerale, spinto da un misto di curiosità e noia. Affascinato dalla possibilità di sostituire la persona per la quale lo scambiano, Samuel s’inventa una relazione con Clara, entrando così in un gioco di cui a poco a poco perderà il controllo.
Una telefonata imprevista, uno scambio di persona, un equivoco. Un certo Louis comunica a Samuel che la sua amante, Clara, è appena morta. Sebbene Samuel abbia avuto diverse donne nel suo passato, non ricorda nessuna con quel nome. Men che meno, nel presente c’è stata qualcuna che si chiamasse in quel modo. Chi è, o meglio, chi era, Clara?
Samuel, arrivato a quarant’anni senza una compagna, con un lavoro in cui non mette impegno, annoiato e mediamente pigro, si fa coinvolgere in questa situazione. Per prima cosa, sfutta il funerale di Clara come una scusa per uscire prima dall’ufficio: “Ho l’impressione di aver commesso un’infrazione liberatoria, di aver fatto qualcosa per non continuare a seppellirmi nell’accettazione dei giorni come se non esistessero altre scelte, modi diversi di essere me stesso”.
Ed è con questa consapevolezza, e con un sapiente uso delle parole da parte di José Ovejero, che Samuel a quel funerale ci andrà per davvero, iniziando a imbastire una serie di bugie che, paradossalmente, cominceranno a fare chiarezza su di sé.
Clara, in fondo, non la conosceva nessuno per davvero. Né il marito, né la sorella Carina, né il vero amante. Samuel ne traccerà i contorni con sempre maggiore lucidità, anche se ha visto solo un paio di foto che la ritraggono, dando a ogni personaggio della storia una versione leggermente diversa, quella che vogliono sentire, o quella che devono ascoltare, per andare avanti.
Samuel proverà per la prima volta un sentimento autentico nei confronti di una persona che non ha mai visto, o forse nei riguardi dell’idea di un noi che sarebbe potuto essere, di una coppia che magari sarebbe potuta stare bene insieme. E, mentre lo fa, passa sempre più tempo con Carina, imparando a conoscere lei, le sue spigolosità e le sue peculiarità, donandole solo (o comunque, in larga parte) bugie fino a una richiesta, esplicita ma senza rancore, di verità.
Dalla quale ripartire, con una nuova storia.
José Ovejero traccia sentimenti ed emozioni quanto mai contemporanee, concedendosi lunghi momenti carichi di pensieri che non annoiano mai, anzi. Le sue doti di narratore, tra le pieghe delle quali si scorge una intelligente ironia e il lavoro sapiente del traduttore Bruno Arpaia, regalano pagine di riflessioni interessanti. Sull’amore, sull’eros, sulla vita di coppia, sulla vita da soli.
Cosa avremmo fatto, noi, al posto di Samuel?