“Chi ha peccato” di Anna Bailey: davvero molto bello
“Chi ha peccato” di Anna Bailey (Feltrinelli) è stata una lettura non semplice per i temi trattati, l’orrore e la cattiveria che racconta. Ma è uno di quei romanzi necessari per farci aprire gli occhi.
TRAMA – È notte fonda quando la diciassettenne Emma lascia la sua migliore amica Abigail alla festa a Tall Bones, il ritrovo nel bosco in cui sono soliti darsi appuntamento gli adolescenti della cittadina di Whistling Ridge, in Colorado. È l’anno del diploma ed Emma è convinta, come la maggior parte dei suoi coetanei, che la vita sia solo all’inizio. Entro la fine della settimana il volto di Abigail sorriderà dai volantini attaccati ai pali del telefono e alla bacheca della chiesa, oscillando nella brezza delle Montagne Rocciose. Samuel Blake, il padre di Abi, perlustrerà il bosco con la polizia urlando invano il nome della figlia. Suo fratello Noah strofinerà via le macchie dai jeans fino a scorticarsi le mani ed Emma nasconderà sotto il letto l’acqua ossigenata con cui avrebbe dovuto tingere i capelli dell’amica. Dolly, la madre di Abi, riuscirà solo a fissare la grande croce sul muro di casa, fumando una sigaretta dopo l’altra, terrorizzata all’idea che sia già troppo tardi per fermare la catena di eventi che si è innescata. Può succedere di tutto a Whistling Ridge, una polveriera di rabbia e segreti contro cui, ogni domenica, il pastore Lewis si accanisce dal suo pulpito. Basta solo una scintilla: la verità su ciò che è davvero successo quella maledetta notte a Tall Bones.
Che fine ha fatto Abigail? Quali sono i segreti che ogni protagonista di questo romanzo nasconde dentro di sé? Sono queste le due domande da cui si parte in “Chi ha peccato” e che ancorano il lettore alle pagine di questo romanzo.
Anna Bailey, alternando un “prima” e un “adesso”, piano piano ci concede qualche indizio, ma solo nelle ultimissime pagine molte delle domande che si erano affiancate alle prime due troveranno una risposta.
Tema centrale del romanzo è il rapporto con la fede. Non solo Abigail, ma anche altri personaggi del romanzo, saranno vittime di un atteggiamento che si trincera dietro le parole della Bibbia, storpiandole, usandole per il proprio tornaconto, per difendersi e assolversi.
Se le donne di questo romanzo si danno la colpa delle loro azioni (Emma, Melissa, ma soprattutto Dolly che avrà un cammino di consapevolezza doloroso e intenso), gli uomini no. “Non sono un cattivo marito, pensa. E neanche un cattivo padre. Sono un uomo, e il Signore non mi avrebbe fatto come sono se avesse qualcosa in contrario”, dice Jerry Maddox, in un passaggio che mi ha fatto tremare dall’indignazione e dal disprezzo.
“Se Dio mi ha perdonato, puoi farlo anche tu”, dirà un altro personaggio, non dico quale per evitare di farvi capire troppo.
Noah, il fratello di Abigail, a un certo punto si dà una spiegazione: “Lui e il pastore hanno sempre letto copioni diversi”. Ed è proprio questo il fulcro: come uno stesso testo, la Bibbia, possa essere interpretato in modo così diverso, a partire dalla concezione stessa del peccato.
“Chi ha peccato” è un libro pieno di sofferenza e di dolore, un libro che apre gli occhi e che si fa fatica a leggere per quanto male ci sia dentro. Posso dirvi che mi aspettavo un finale diverso, ma per fortuna Anna Bailey con la sua penna ha fatto giustizia.
Sarebbe bello se fosse sempre così.