“L’irresistibile simmetria della vendetta” di Rosa Mogliasso: troppo carino
“L’irresistibile simmetria della vendetta” di Rosa Mogliasso (Salani) mi è piaciuto tantissimo. Una lettura molto piacevole, che sono certa conquisterà moltissimi lettori.
TRAMA – A dispetto del suo nome di battesimo, nel cuore di Amanda c’è poco spazio per i buoni sentimenti. Sarà forse colpa dell’ex marito, che l’ha lasciata, o sarà perché anche con l’attuale compagno le cose non funzionano granché, e a cinquant’anni è difficile rimettersi in gioco? O magari è per la sua carriera di scrittrice, che non è decollata come sperava? Fatto sta che Amanda ha un conto aperto con l’universo e, mentre aspetta l’occasione giusta per riscattarsi, insegna in un corso serale di scrittura. Sotto la sua guida, un gruppetto di aspiranti bestselleristi si esercita nell’arte del delitto perfetto – quello inventato, s’intende. Tra loro ci sono Rutger, l’aitante tennista, Vanessa, la milf pettinatissima, Giovanni, il romantico ottantenne, e Ludovica, l’agente letteraria invadente. Capitolo dopo capitolo, maestra e allievi si addentreranno nei meccanismi intricati del loro romanzo, ma anche in quelli più insidiosi delle passioni che li legano l’uno all’altro.
“L’irresistibile simmetria della vendetta” è un libro delizioso, in tutto e per tutto. Nelle descrizioni dei personaggi, nel ritmo dei dialoghi, nella struttura capitolo dopo capitolo, dentro la quale – di fatto – si intrecciano due romanzi.
Sono certa che ci sia stato dietro un enorme lavoro preparatorio da parte di Rosa Mogliasso, ma qui non si vede. O meglio, la resa è talmente fluida e piacevole che non si coglie. Per farvi capire, sembra di assistere a uno spettacolo di danza durante il quale l’étoile si esibisce in 32 fouetté e al pubblico sembra quasi che non compia nessuno sforzo. Senza pensare a quante ore di duro lavoro ci sono volute per raggiungere quel risultato.
E così “L’irresistibile simmetria della vendetta” si svela, pagina dopo pagina, in tutta la sua gradevolezza. La protagonista è Amanda, una scrittrice di gialli irriverente, perennemente in bilico, che per far quadrare i conti ha iniziato un corso di scrittura in una libreria.
E quel corso Amanda lo tiene per davvero, nel senso che “L’irresistibile simmetria della vendetta” contiene un sacco di consigli utili per chi desidera scrivere una storia. Un romanzo giallo in particolare, d’accordo, ma non mancano le dritte sulla scrittura tout court indipendentemente dal genere.
“Tutte le volte che vi viene voglia di usare un avverbio chiedetevi cosa avete omesso nelle descrizioni, dove siate stati incerti e poco incisivi nel rappresentare”. Con questa frase potrei farci un poster, a ben vedere. Chiudendo con quello che Amanda scrive alla lavagna: “Gli avverbi non sono tuoi”.
Quindi Amanda ai suoi alunni, un gruppo che non potrebbe essere più variopinto (donne in beige escluse, per ovvi motivi cromatici), inizia a fornire dritte e consigli per la stesura di un giallo che verrà scritto all’interno del romanzo.
Se pensate che questo doppio binario narrativo possa creare confusione cretemi quando vi dico che non è così. E non solo perché la casa editrice ha usato font diversi per identificare le varie parti del libro, ma perché sono così ben delineate e tracciate che sarà impossibile perdersi.
E magari un po’ sul finale realtà e narrazione tenderanno ad avere i contorni meno netti, ma le motivazioni resteranno sempre chiare. Così come quelle dell’assassino…
“L’irresistibile simmetria della vendetta” mi ha regalato ore di lettura davvero piacevoli. L’ho divorato in così poco tempo che credo che tornerò tra quelle pagine, per riprendere i consigli di Amanda e studiarmeli per bene.
Amanda, che personaggio. Mi piace quando i protagonisti non sono così perfettini, buoni e quasi pronti per la beatificazione. Adoro quando c’è una profonda umanità nei personaggi che incontro in un romanzo, e qui ognuno di quelli descritti viene fuori in tutta la sua specificità. È un romanzo corale e in quanto tale è sempre difficile dare il giusto spazio a tutti ma Rosa Mogliasso è riuscita anche in questo.
Che devo dirvi di più per convincerlo a leggerlo?