“La morte nel villaggio” di Agatha Christie: piacere mio, Miss Marple!
“La morte nel villaggio” di Agatha Christie (Oscar Mondadori) è il primo romanzo della serie di Miss Marple: l’ho trovato semplicemente perfetto!
TRAMA – A St Mary Mead, un tranquillo villaggio nella campagna inglese, la vita scorre monotona. O almeno così pensano tutti. Tranne Miss Marple, persuasa che il male possa nascondersi ovunque. E infatti, proprio nella canonica davanti alla sua villetta vittoriana, viene commesso un feroce delitto. La vittima, il prepotente colonnello Protheroe, era un personaggio molto in vista, anche se detestato da tutti. Le indagini della polizia locale non portano a nulla, ma la mansueta Miss Marple, grazie alla sua abilità nel raccogliere i pettegolezzi e alla capacità di sondare gli animi, riuscirà a scoprire un insospettabile colpevole.
Cosa ci può essere di più “classico” di un giallo di Agatha Christie?
Non avendo mai letto un romanzo con protagonista Miss Marple ho deciso di iniziare dal primo della serie, ovvero “La morte nel villaggio“.
La prima cosa che mi ha colpito è stata che la narrazione è svolta in prima persona ma a parlare non è la “terribilissima” Miss Marple, bensì il reverendo Leonard Clement. Sarà lui a muoversi in prima linea, dialogando con gli abitanti del paesino di St Mary Mead, avanzando ipotesi e collaborando con la polizia.
Gli interventi di Miss Marple durante il racconto riguardano in più di un’occasione la natura umana. Avendola “osservata a lungo”, la conclusione di questa “vecchia strega” (a definirla così è la moglie del reverendo, mica io!) è che non bisogna mai fidarsi troppo degli altri.
“Miss Marple possiede il dono di una fantasia fertilissima e sistematicamente pensa sempre male di tutti”. Ma a pensar male, mica si fa peccato… no?
Ed è proprio per questo che la “vecchia incartapecorita” (questa volta è il colonnello Melchett, io non mi permetterei mai!) è la prima ad avere una lunga lista di sospettati dopo l’omicidio del colonnello Protheroe.
“Uno, due, tre, quattro, cinque, sei… e sì, forse sette. So di sette persone che potrebbero aver desiderato la morte del colonnello”
“Sette persone? A St Mary Mead?”
Miss Marple annuì vivacemente.
“Guardi che non faccio nomi. Non sarebbe giusto, ma temo proprio che il mondo sia molto cattivo”.
Già, il mondo è veramente cattivo. E la scrittrice non risparmia davvero nessuno (significativa in merito è la Postfazione al romanzo, di Claudio Savonuzzi, alla quale vi rimando).
Sin dalla prima pagina si intuisce chi verrà ammazzato e sin dalle prime battute è chiaro che sono molti i possibili sospettati. Del resto, la Christie è una maestra in questo: imbandire una tavola di potenziali assassini per far dubitare, continuamente, il lettore.
Capitoli brevi facilitano la lettura che si fa sempre più serrata man mano che gli indizi si sommano e alcune verità vengono svelate. Io, fino all’ultimo, ho conservato un sacco di dubbi e onestamente non ero arrivata a capire chi fosse il vero colpevole.
Lo stile è semplice e scorrevole, e forse proprio in questo si cela la forza dei romanzi di questa autrice che continua ad avere così tanti lettori. La trama è un altro punto di forza: dalla metà del romanzo in poi non sono più riuscita a smettere di leggere tanto ero curiosa!
Per concludere, vi lascio le parole del reverendo, che avrebbero dovuto essere un monito per quanti credevano di farla franca sotto gli occhi di quella vecchina che “vede tutto senza essere vista”:
Ritengo che fra tutte le signore della mia parrocchia la più intelligente sia proprio lei. Non soltanto vede e sa tutto quello che accade nel villaggio, ma ne trae anche delle deduzioni molto precise e accurate. Se mai mi decidessi a interpretare una carriera di imbrogli, sarebbe proprio di Miss Marple che avrei paura.
Come dargli torto?