“I pesci non esistono” di Lulu Miller: illuminante
Con “I pesci non esistono” Lulu Miller (Add Editore) ha compiuto qualcosa di incredibile: ha aperto il suo cuore e fatto in modo che anche i lettori potessero fare altrettanto. La sua lettura è stata emotivamente molto forte, e allo stesso tempo illuminante.
TRAMA – «Che senso ha la vita?» chiede una bambina di sette anni al padre scienziato.
«Nessuno» risponde lui, poco incline al dialogo.
Quel «nessuno» ha lasciato molte tracce in Lulu Miller (ideatrice e conduttrice di Invisibilia, uno dei podcast di divulgazione scientifica più amati dagli americani) e per anni quella frase le ha complicato la vita tanto che, per trovare una risposta diversa, ha cercato aiuto nei libri. Ed è allora che si è imbattuta in un gigante della scienza: David Starr Jordan. Starr Jordan (1851-1931), americano, è stato uno dei più importanti tassonomisti del mondo, uomo che ha scoperto migliaia di pesci; li ha cercati, catalogati e collocati nel grande albero della vita. Neppure quando nel 1906 un terremoto ha spazzato via la sua intera collezione di esemplari sotto vetro, Starr Jordan si è perso d’animo e ha smesso di lavorare al suo obiettivo di dare ordine al mondo dei pesci. Ma non sempre le cose sono come appaiono e, poco alla volta, la figura del gigante della scienza si sgretola davanti agli occhi attoniti dell’autrice: desiderosa di conoscere tutto di quell’uomo dalle sue ricerche spuntano scandali, un omicidio di cui il grand’uomo potrebbe essersi macchiato ma, soprattutto, il coinvolgimento di Starr Jordan nella creazione della teoria eugenetica che negli Stati Uniti ha portato alla prigione e alla sterilizzazione forzata di migliaia di individui ritenuti “inadatti” alla vita. Pagina dopo pagina “I pesci non esistono” passa da biografia a giallo, da omaggio alla scienza allo stupore per la crudeltà umana, da memoir a indagine, per approdare infine alla spiegazione del titolo, “I pesci non esistono”, dimostrando ai lettori come la natura si sia magistralmente vendicata di uno scienziato che credeva di poterla dominare.
Mi è capitato, in passato, di trovarmi in difficoltà nel raccontare un libro. O perché la trama imponeva di non essere svelata, o perché le emozioni erano troppo forti da incasellare in parole.
La stessa difficoltà mi si ripresenta, seppure in forma diversa, mentre provo a parlarvi de “I pesci non esistono“. Una difficoltà nuova perché questo libro è il più originale tra quelli letti finora.
Lulu Miller ha miscelato stralci della sua vita, dall’infanzia al presente, al rigore della ricerca scientifica, consegnando al lettore un libro di grande impatto.
Tutto inizia, come si legge nella trama, da una conversazione avuta da bambina con il padre scienziato durante la quale, ragionando sulla vita e sugli esseri che popolano la terra, la piccola Lulu si è sentita dire: “Tu non conti nulla”.
Un’affermazione che può essere devastante (parlo per esperienza personale) soprattutto se non si ha la forza d’animo per capirne il senso e ribaltarlo.
“Cercavo una spina dorsale e trovavo solo sabbia”.
Nel tentativo di comprendere dove stesse sbagliando, perché fosse “incapace” di vivere come suo padre, Lulu Miller si rifiugia tra i libri, alla ricerca di risposte alle sue domande. Era sempre “a caccia di risposte” sebbene non capisse fino in fondo quali fossero le conseguenze di una ricerca di questo tipo o, forse, cosa stesse davvero cercando.
Lulu Miller rimane affascinata dal carisma e dalla storia dello scienziato David Starr Jordan, o meglio, da una parte della sua storia. Perché quando si mette a scavare, a leggere ogni cosa scritta da lui e su di lui, la sua opinione, come quella del lettore, cambia in modo radicale, fino a quando non arriva una deliziosa e spiazzante rivincita che dà il titolo a questo libro.
Sì, perché “I pesci non esistono“.
La straordinarietà di questo testo sta nell’aver saputo integrare due tipi di narrazioni molto distanti tra loro: una sorta di diario e di ricerca di sé, insieme all’analisi scientifica di fatti e scoperte, condotta attraverso indagini testuali e sul campo.
Ho pianto leggendo la storia di Anna. Lacrime inconsolabili che per un po’ mi hanno impedita di andare avanti. Così come ho pianto di nuovo sul finale, quando quel “Tu non conti nulla” è stato accantonato, anche se non dimenticato.
Lulu Miller in “I pesci non esistono” è stata capace di non far combaciare la rigorosità della ricerca scientifica con una rigidità dello stile, come spesso succede. La sua scrittura è fluida, a tratti ironica, e molto coinvolgente. Non si mette mai in cattedra, non mette distanza tra sé e il lettore, anzi. Si percepisce sin da subito che si tratta di un viaggio da compiere insieme, fianco a fianco.
Un libro straordinario che mi ha aperto gli occhi e il cuore. Unico e indimenticabile.