“Un uomo a pezzi” di Francesco Muzzopappa: il libro giusto al momento giusto
“Un uomo a pezzi” di Francesco Muzzopappa (Fazi) era quello di cui avevo bisogno per ritrovare il piacere della lettura dopo un periodo di totale apatia. La stanchezza, il caldo, i pensieri, sono stati spazzati via dall’ironia dell’autore, al quale va il mio grazie più sincero.
TRAMA – Un uomo a pezzi, appunto. In questo libro, fatto di tasselli e frammenti di varia umanità, lo scrittore umoristico più amato diventa finalmente protagonista e si racconta per la prima volta attraverso storie spassose e irresistibili. Se si è nati al Sud, quanto coraggio occorre per tornare a casa durante le vacanze? Come ci si procura del caffè decente quando si è all’estero? È possibile uscire vittoriosi dopo l’immancabile chiamata di un call-center? Cresciuto in Puglia, dove ogni anno la famiglia metteva in piedi un’efficiente catena di montaggio per preparare pentoloni di salsa fatta in casa, il narratore si è fatto strada in mezzo a idraulici maschilisti e coinquilini di ogni tipo per approdare infine a Milano: una moderna metropoli in cui la vita è scandita da hair stylist e frigoriferi vuoti, dove per sopravvivere occorre tener testa alla sarta cinese del quartiere ed evitare di finire schiacciati dalla libreria storta ma chic raccattata al mercatino dell’usato. Muzzopappa ha la grande capacità di narrare in modo arguto e vivace episodi che tutti noi abbiamo attraversato almeno una volta nella vita: il fascino bislacco dei luna park, i tentativi ricorrenti di mettersi a dieta, la curiosità per la moda del centro massaggi. In questi racconti singolari, popolati dai personaggi più diversi, ogni scheggia di realtà si trasforma in una riflessione sincera e divertente sul nostro folle, frenetico mondo. Dall’autore di romanzi come Una posizione scomoda e Heidi, un libro unico e imperdibile sulle vicissitudini di un giovane uomo alle prese con le contraddizioni della vita, fortunato e reso meno cinico, forse, grazie a Carmen – donna di ferro ma all’apparenza fragile Biancaneve –, personaggio ricorrente e imprescindibile di questa carrellata di pura comicità e buonumore.
Che Francesco Muzzopappa rappresenti ormai una sorta di comfort zone letteraria lo sapevo già. Quello che non immagivano è che sarebbero stati i racconti inseriti nel suo ultimo lavoro, “Un uomo a pezzi“, a farmi ritrovare il piacere della lettura dopo un periodo non particolarmente facile.
Negli ultimi giorni, a fine giornata, ho preso il libro e ho letto un racconto. E poi un altro. E dopo un altro ancora. Per poi impormi di smettere perché non volevo finire subito. Volevo che questa ritrovata complicità con le pagine di un libro non mi abbandonasse.
Quindi devo dirvelo: “Un uomo a pezzi” potrebbe creare una sorta di dipendenza. I racconti sono davvero come le ciliegie, uno tira l’altro.
Si ride, tanto, come Muzzopappa ci ha abituati (se non avete letto nessuno dei suoi romanzi siete delle brutte persone quindi rimediate ORA!), e la sua ironia inconfondibile diventa in un “Uomo a pezzi” la non facile capacità di prendersi in giro, esagerando ed esasperando situazioni reali, momenti di vita quotidiana nei quali non sarà difficile ritrovare anche pezzi della propria.
Uno dei miei racconti preferiti è “La salsa, in casa, in Puglia, d’estate”, in cui si racconta come si fa la salsa, in casa, in Puglia, d’estate (sì, ok, l’ironia la lascio a Muzzopappa che è meglio). Mi è piaciuto perché mi ha riportata indietro, a quando la salsa la facevamo in campagna, in Sicilia, e a quando anche io avevo scalato le posizioni della catena. A quei profumi, a quei ricordi legati a mia nonna, a quel pentolone sempre sul fuoco, a quella salsa rubata con un pezzo di pane.
Ma si ride anche parlando di tagli di capelli, di diete, di vacanze, di improbabili massaggi. Francesco Muzzopappa ha raccolto momenti divertenti della propria vita e li ha trasformati in racconti esilaranti, aggiungendo qua e là le manie di Carmen e alcuni aspetti della sua personalità, facendoci sorridere mostrandoci spiragli delle loro vita insieme.
“Un uomo a pezzi” era il libro giusto per ripartire. Ne avevo iniziati un paio che poi erano rimasti a guardarmi impensieriti dal comodino. Francesco Muzzopappa, invece, è riuscito a restituirmi il piacere di una narrazione efficace e intelligente, la voglia di continuare a tenere la luce accesa anche se gli occhi iniziano a chiudersi, il desiderio di ricominciare a parlarvi su questo spazio virtuale. Quindi, di nuovo, grazie.