“Non è mai troppo tardi” di Stefania Russo: denso di emozioni
“Non è mai troppo tardi” è l’esordio narrativo di Stefania Russo (Sperling): un racconto denso di emozioni.
TRAMA – Mi chiamo Annarita, ho ottantaquattro anni e vivo nel Mostro di cemento, un anonimo complesso residenziale nella periferia di Milano, su una stramaledetta sedia a rotelle. Non si può certo dire che io sia autosufficiente, ma per fortuna posso contare sull’aiuto di Olga, una donnona rumena premurosa e gentile. Ho anche una figlia, Katia, che vive proprio nella palazzina qui accanto, ma non ha più tempo ormai da dedicare alla sua vecchia. C’è una cosa, però, per cui le sarò per sempre grata: sua figlia Stella, la mia affettuosa nipotina sedicenne, la mia felicità quotidiana. Trascorro le mie giornate tra un caffè con i vicini e i romanzi che Olga mi legge, trascinandomi, di tanto in tanto, nel cortile del Mostro, dove ho conosciuto questo strambo vicinato con cui mi sono trovata a vivere: le vecchiette con cui vado a messa, Alessio – il fidanzatino di Stella – e gli altri ragazzotti con i pantaloni strappati, il giovane e instancabile Totò e don Antonio, su cui tutti possiamo sempre contare. Non ho mai visto il Mostro così animato come nelle ultime settimane, tanti vicini disposti a donare il loro tempo e altrettanti a pagare per imparare a impastare il pane o a usare il computer. Si chiama Banca del Tempo. L’idea è venuta a Stella: chi vuole può rendersi disponibile offrendo dei corsi, e il denaro raccolto dai partecipanti servirà ad aiutare la sorella di Olga, gravemente malata. Speriamo solo che non sia troppo tardi…
Stefania Russo per il suo esordio narrativo dal titolo “Non è mai troppo tardi” ha avuto davvero molto coraggio. Per diversi motivi, in realtà, uno su tutti aver scelto come protagonista una donna di 84 anni.
E non un’arzilla vecchietta. No. O comunque, non del tutto (sia mai che poi se la prenda e mi investa con le sue quattro ruote!).
Annarita non è autonoma, ha bisogno di aiuto giornaliero. Per l’igiene personale, per comprare le medicine, per cambiarsi i pannoloni. Riesce a cavarsela da sola per alcune cose e quando non c’è nessuno che le riesca a dare una mano fa i “salti mortali” per farcela (alcuni salti non sono solo per modo di dire…).
Ma come fare a raccontare il quotidiano di una 84enne così? Me lo sono chiesta e sarebbe stato facile sorvolare su certi aspetti. Come l’umiliazione di Annarita nello spogliarsi davanti a Olga – la signora rumena che si occupa di lei senza chiederle nulla in cambio – prima di farsi la doccia settimanale.
Stefania Russo descrive un’immagine così reale e concreta che ho fatto fatica a leggerla senza rimanerne scombussolata. E per me ci vuole coraggio nel mostrarsi ai lettori per la prima volta occupandosi di temi così forti, di una parte dell’esistenza che spesso viene dimenticata, allontanata come se fosse un problema che non ci riguarda. Spinta a tal punto oltre la nostra visuale che molti non amano ritrovarsela nemmeno tra le pagine di un romanzo.
Ma in “Non è mai troppo tardi“, l’autrice ha fatto ancora di più. Ha deciso di parlare di temi, come la solidarietà e il potere della condivisione, da cui siamo troppo poco circondati.
Non siamo poi così male, noi uomini, in fondo. È il branco che ci inquina.
Già, è il branco che ci inquina e l’esordio di Stefania Russo è un ottimo modo per scoprire che in realtà ognuno di noi può fare tanto, anche più di quanto immagina se aggiunge un pizzico di inventiva e di voglia di fare alla propria generosità. Perché a volte basta poco, un gesto piccolo ma mosso dal cuore; in altre occasioni, invece, se uniamo ciò che è nelle nostre possibilità a quello che è nelle mani e nelle tasche di qualcun altro, allora sì che possiamo raggiungere traguardi importanti.
Anna decide di ricambiare i gesti quotidiani di affetto che riceve investendo molto in un progetto che finirà per coinvolgere l’intera comunità, come si legge nella trama fornita dalla casa editrice.
Mentre penserà ad aiutare, Anna dovrà rivedere il rapporto con sua figlia, non lasciarsi abbattere dalla mancanza del marito, affrontare le difficoltà economiche di ogni giorno, fatti per lo più di ristrettezze. Ma non solo: vedrà un ragazzo diventare uomo, la nascita di un nuovo amore e soprattutto ritroverà il sorriso grazie a un piccolo germoglio.
“Non è mai troppo tardi” è sicuramente un buon esordio narrativo, lo stile dell’autrice è pulito e coinvolgente, la trama lineare.
Alcune cose, però, non mi hanno convinta. Il finale, senza dubbio, o meglio solo una manciata di scene che segnano la chiusura del romanzo; e poi alcune descrizioni che riguardano la protagonista che ho trovato a tratti contraddittorie, specie sulla sua capacità di movimento.
Sicuramente un ottimo punto di partenza per Stefania Russo, la quale, ne sono certa, ha ancora tanto da raccontare.