“L’assassino ci vede benissimo” di Christian Frascella: come non amare Contrera?
Dopo “Fa troppo freddo per morire” e “Il delitto ha le gambe corte” Christian Frascella torna in libreria con il terzo libro dedicato a Contrera dal titolo “L’assassino ci vede benissimo” (Einaudi).
TRAMA – Capelli sale e pepe e una lingua affilata, il talento autodistruttivo di un ex poliziotto cacciato per corruzione, un terrore ancestrale per i legami. È ancora lui, Contrera. Ed è in gran forma. Nonostante l’ex moglie, rimasta incinta dopo un’ultima notte di passione. Nonostante la nuova travolgente compagna, che è ancora all’oscuro di tutto. Nonostante la figlia adolescente che galoppa su una strada non proprio raccomandabile – d’altronde, chi è lui per giudicare? Ma non c’è tempo per mettere in ordine i tasselli di questo girotondo femminile, perché una sera di novembre due uomini vengono freddati in un locale del quartiere multietnico torinese Barriera di Milano. E guarda caso Contrera si trova sul luogo del delitto – stavolta ha rischiato grosso. Il principale sospettato è Eddie, un metro e novanta, nero come la notte in una miniera di carbone, grande amico di tante disavventure. Non resta che cercare di incastrare il vero colpevole prima che le cose si mettano troppo male per lui. Anche perché Sergione, il peggiore razzista sulla faccia di Barriera, ha radunato la Ronda, un manipolo di residenti e forze dell’ordine in incognito, esasperati dalla piega violenta presa dal quartiere e decisi a riportare l’ordine, non prima di averne lavato le strade col sangue. Ambientato nell’arco di ventiquattro ore, il terzo capitolo della serie di Contrera è una miscela esplosiva di humour, ritmo e intelligenza investigativa. In una parola, irresistibile.
Io sono Contrera. Compagno del cavolo, padre di merda, fratello approfittatore, cognato insopportabile, figlio degenere, ma investigatore coi controcazzi. Mettiamo le cose in chiaro.
Ecco chi è Contrera. Non avrei potuto descriverlo meglio di quanto non abbia fatto lui stesso nel corso della lunga notte raccontata in “L’assassino ci vede benissimo“, terzo libro scritto da Christian Frascella con questo protagonista che smuove nel lettore i sentimenti più diversi.
Sì, perché Contrera fa incazzare, commuovere, smuovere pietà, poi di nuovo arrabbiare e infine emozionare. Un personaggio complesso che ormai abbiamo imparato a conoscere; è diventato un po’ un amico, anche se del tutto incasinato. O forse, proprio per questo.
Ho sempre distrutto tutto quello che ho toccato.
Le cose andavano bene? Be’, io dovevo trovare un modo per mandare tutto al diavolo.
In testa sempre il chiodo fisso della morte del padre che ha condizionato ogni gesto successivo, ogni scelta, ogni decisione, ogni passo, e che si sintetizza in quel: “Non avrò mai la possibilità di redimermi” pieno di rassegnazione. Ma sarà davvero così?
“Sarò sempre in movimento pietoso all’interno di un tunnel senza sbocco”, dice Contrera nel raccontarsi, mentre è impegnato in un’altra notte difficile. Un duplice omicidio, un amico da scagionare, un manipolo di uomini che ha scelto la strada della violenza, le donne della sua vita pronte a metterlo al tappeto, ognuna con le proprie motivazioni.
Il giallo è, ancora una volta, ben strutturato, e l’intreccio della narrazione scorre via in modo fluido e accattivante, tanto che il libro si fa leggere davvero in poco tempo, merito anche della sottile e intelligente ironia di Contrera, della sua battuta sempre pronta e della sua faccia di bronzo.
Annodati alla trama, temi assolutamente attuali: il racconto di un quartiere difficile in cui l’integrazione pare un’utopia, la delinquenza si cela in bella vista in ogni angolo, il degrado e la violenza che condizionano anche chi non vuole averci nulla a che fare.
“L’assassino ci vede benissimo” è a mio avviso il migliore della serie (almeno, finora!), probabilmente perché Contrera lo conosciamo sempre meglio e siamo anche un po’ in pensiero per lui, ma anche perché abbiamo imparato le strade di Barriera e le sue logiche, in cui Frascella ormai si trova così a suo agio da scrivere un romanzo davvero godibile.
E, a questo punto, non ci resta che aspettare il prossimo.