“È difficile trovare l’America” di Kathleen Alcott: complesso e stratificato
“È difficile trovare l’America” di Kathleen Alcott (Solferino) è un libro complesso e stratificato. Un vero e proprio pezzo di Storia, un insieme di storie profonde e dolorose.
TRAMA – Luglio 1969: il mondo festeggia il primo uomo sulla luna. Probabilmente, gli unici a non rivolgere nemmeno uno sguardo alla tv, in quel buco di posto in Ecuador dove si trovano, sono Fay Fern e suo figlio Wright, nove anni. E probabilmente Wright è l’unico bambino americano a non conoscere il nome di Vincent Kahn, l’astronauta che per primo calca la superficie lunare. Fay, invece, l’ha incontrato quando lei lavorava al bar di una base aerea nel deserto del Mojave dove lui prestava servizio come pilota. Le loro vite si sono divise subito, ma le conseguenze del loro incontro non si possono cancellare. Non si rivedranno mai più, Fay e Vincent, ma si confronteranno da lontano come icone di due mondi in collisione: lui simbolo dell’America trionfante nella corsa allo spazio, lei militante radicale nel movimento contro la guerra in Vietnam. E le loro contraddizioni si incarneranno drammaticamente in Wright, lasciato solo tra un padre che ignora la sua esistenza e una madre chiusa nei suoi furori iconoclasti che porterà fino alle estreme conseguenze. Trascinato di rifugio in rifugio con l’Fbi alle calcagna, Wright non sa cosa siano una famiglia, la scuola, un posto sicuro dove stare. E il suo ingresso nell’età adulta significherà confrontarsi con la pesante eredità degli errori commessi dalla madre e dalla grande, libera nazione americana. Romanzo insieme intimo ed epico, È difficile trovare l’America è una storia d’amore al tempo della Guerra fredda, una ricerca di identità che attraversa un’intera generazione e interroga i suoi figli. La voce coraggiosa e penetrante di Alcott ci svela il complesso intreccio tra i destini personali e i conflitti di un’epoca, la cui onda lunga ci lambisce ancora oggi.
Vincent e Fay. I protagonisti di “È difficile trovare l’America” non vi faranno sconti. Non trattano bene il lettore, il più delle volte sono schivi, chiusi, ma ogni volta che aprono un piccolo spiraglio è una vera e propria boccata di ossigeno.
Aveva quattordici anni meno di lui. Le esperienze passavano sopra le donne così giovani, pensava. Qualunque cosa fosse accaduta fra loro, lei poteva sopportarlo. Lui sarebbe stato un lampo, una cosa minima, come un vestito indossato una volta e ricordato a stento. Un colore, una forma. Non comprometteva niente, pensava. La vita di Fay restava aperta.
Fay e Vincent. Due mondi distanti, due modi di vivere lontani. Lo specchio di ciò in cui l’America credeva, lo spirito di ribellione e l’accettazione senza mai alzare la testa.
La loro non era un’infatuazione per quello che facevano insieme, ma uno stupore per le loro differenze, per tutta la strada che dovevano fare solo per raggiungere il pensiero dell’altro.
Un’astronauta e una cameriera che finirà per diventare il volto del movimento contro la guerra del Vietnam. Un uomo rigido, inquadrato, composto, “spigoloso”; una ragazza che ha detto di no ai soldi dei genitori per poter credere di essere libera.
La straordinarietà di questo romanzo sta tutta nello stile della Alcott. La sua scrittura procede per dettagli. Si va avanti guardando il modo in cui Vincent rigira un frutto tra le mani, o le caviglie di Fay.
Sguardi precisi e attenti che portano, un attimo dopo, una riflessione profonda, che si estende, che va oltre, che si comprende attraverso qualcosa che potrebbe sembrare banale ma che invece l’autrice riesce a colmare di senso.
Nello sfondo, un’America vera nella sua divisione più profonda, rituali distanti, copertine di “Life”, gesti di violenza per difendere la pace. Uno spaccato di Storia descritto nel modo più autentico, senza necessità di sottolineare le differenze perché affiorano da sole.
Nella parte centrale di “È difficile trovare l’America”, Wright, il figlio nato da quella unione, ruba la scena ai genitori. “Ero a qualche vita di distanza da una vita fortunata”, dice di sé e non avrebbe potuto trovare una definizione più limpida per raccontarsi.
La complessità di Wright è difficile da raccontare, a volte io per prima non l’ho compresa.
L’unica cosa che avrebbe voluto Wright, su quel miserabile pezzo di erba morta e cemento, era qualche foglia. Il mondo senza un po’ di verde sembrava terribilmente pericoloso, un posto dove riposo e riservatezza erano impossibili.
La sua sofferenza è tangibile e delineata in diversi modi, soffre e non sa come uscirne, non gli vengono dati appigli. Se non sei mai stato bambino, come puoi diventare uomo?
Nell’ultima parte, questo dolore influisce a tal punto che la scrittura della Alcott diventa confusa e perde un po’ di lucidità. Le maglie si allargano un po’ troppo e districarsi tra quelle parole non è stato facile.
“È difficile trovare l’America” è un romanzo con cui fare i conti e terminarlo non è stata una passeggiata. Una delle cose che più mi ha colpito, oltre allo stile dell’autrice, è stato il suo modo di “esserci” dentro i suoi personaggi.
Ho avuto la netta sensazione che l’autrice fosse in ognuno di loro, che li vivesse dentro di sé prima ancora di metterli su carta. “Sentirla” in questo modo mi ha donato un’emozione in più.
Per scoprire altri titoli della casa editrice Solferino vi invito a sbirciare sul loro sito e a navigare sui blog che hanno aderito alla iniziativa “Alla scoperta di Solferino”.