“Storia di un fiore” di Claudia Casanova: delicato e poetico
“Storia di un fiore” di Claudia Casanova (Feltrinelli) è un romanzo elegante e poetico. Un inno alla vita che racchiude un messaggio che dovremmo sempre tenere a mente.
TRAMA – Spagna, 1879. Alla Solariega, la grande casa di campagna della famiglia Ruiz de Peñafiel, tutti sanno che è impossibile tenere a bada la signorina Alba. Curiosa e intelligente, trascorre le giornate all’aria aperta, le gote arrossate dal vento della Sierra e l’orlo della gonna sempre inzaccherato. La botanica è la sua grande passione, e perlustra le valli alla ricerca di fiori per la sua collezione, che cataloga in modo minuzioso. Alba ha ereditato l’amore per la natura dalla madre, che crede fermamente nell’emancipazione e nell’educazione femminile e vuole che le figlie, costrette per tutto l’inverno al rigore di Barcellona, d’estate siano libere di coltivare i loro interessi. Un giorno alla Solariega giunge notizia dell’arrivo del botanico tedesco Heinrich Wilkomm. Il famoso studioso sta lavorando a un libro destinato a rivoluzionare la botanica e vuole includere la flora locale. L’amore per la scienza che lui e Alba condividono si trasformerà ben presto in qualcosa di proibito, segreto e indimenticabile che, come il fiore che scopriranno insieme, avrà radici così forti e profonde da poter crescere anche fra le pietre.
È pronta a gettare radici tanto forti da spaccare le pietre, come la Saxifraga alba. Pronta a forgiarsi di una vita piena di bellezza nuova e vibrante.
“Storia di un fiore” di Claudia Casanova è un romanzo che racchiude la delicatezza dei fiori di cui si parla tra le sue pagine.
Ancora una volta devo confessare il mio amore per la poetica degli scrittori spagnoli, capaci di coinvolgermi con le loro descrizioni e le loro ambientazioni come pochi altri. L’eleganza e la raffinatezza che scorgo tra le pagine dei romanzi di autori spagnoli difficilmente la riscontro altrove.
In “Storia di un fiore” Claudia Casanova scandisce il ritmo della lettura attraverso capitoli brevi, brevissimi, alcuni solo di un paio di pagine. Istantanee che riescono comunque a trasmettere la potenza di un momento, le caratteristiche dei personaggi e del contesto in cui si muovono. In poche parole, l’autrice riesce a farci comprendere le relazioni che si instaurano, le passioni, i segreti.
Quella narrata è la storia di Alba, sin da quando, appena ragazzina, mostrò tutto il suo amore per i fiori, che studiava meticolosamente. Il rapporto con la sorella Luisa, amante delle farfalle; l’amore per la madre che vorrebbe che continuassero gli studi nonostante le diverse mire del padre; il primo amore.
I capitoli si fanno un po’ più lunghi per descrivere i momenti di Alba ed Heinrich. Alba finalmente conosce qualcuno che parla il suo stesso linguaggio, che ascolta per davvero quello che ha da dire. Come potrebbe credere che ci sia qualcosa di sbagliato in quell’amore? Lo è nella forma, senza alcun dubbio, ma non poteva pretendere che il suo cuore ne capisse la differenza.
La trama fornita dalla casa editrice mi aveva fatto credere che “Storia di un fiore” si sarebbe incentrato su questo amore proibito, ma non è stato così. La vita di Alba proseguirà, con un dolore immenso che cambierà ogni cosa.
Forse da quel punto in poi ci sono proprio le pagine più belle. Quelle della consapevolezza, della piena coscienza di sé.
Alba andrà avanti, troverà un’altra strada, metterà il passato da parte per poi trovargli un’altra collocazione.
Alla fine Claudia Casanova attraverso Alba ci dice una cosa importante: mai rinunciare ai propri sogni. Mai allontanarsi dalle proprie aspirazioni, anche quando sembra che non ci possa essere possibilità di intraprendere il percorso che avremmo voluto. Anche quando potrebbe sembrare sbagliato lasciarci andare alla felicità.
Ricca di significato la nota dell’autrice la quale ricorda solo alcune delle donne che hanno dato un contributo fondamentale con le loro scoperte in ambito scientifico e non solo. Aggiungendo che probabilmente molte sono rimaste nell’ombra e non compaiono nelle cronache perché donne.
Il suo libro è stata l’occasione per dare voce a Blanca Catalán de Ocón, botanica vissuta a Tereuel nell’800: “Storia di un fiore” è un pizzico di storia in mezzo a tanta finzione, ma soprattutto molta emozione tra la delicatezza di un fiore capace di nascere in mezzo alle pietre.