“Rolando del camposanto” di Fabio Genovesi: che avventura!
Che avventura incredibile quella di “Rolando del camposanto” di Fabio Genovesi (Mondadori ragazzi)! L’autore, dopo avermi incantata con il suo “Il mare dove non si tocca“, mi ha davvero sorpresa con questa storia per piccoli lettori. Spero sia la prima di una lunga serie.
TRAMA – Rolando vive nel cimitero, insieme allo zio che fa il guardiano. Ne esce solo per andare a scuola, dove i compagni lo evitano, e non ha amici, a eccezione di un merlo di nome Cip. Quando un giorno tra le lapidi appaiono i cugini Marika e Mirko Gini, Rolando trova due amici della sua età. Ma i cugini Gini sono dei fantasmi e presto spariranno per sempre nel Grande Buco. Per salvarli, Rolando deve addentrarsi sul Monte Pupazzo, fino al buio nero, per trovare la Cosa Rossa entro la mezzanotte del giorno dopo, quando sarà anche il suo compleanno. Il viaggio insieme a Cip attraverso la natura incontaminata si trasforma in un’impresa clamorosa, in compagnia di personaggi indimenticabili: un robivecchi sbandato, un cacciatore strabico,una femmina di cinghiale elegante e raffinata, e una bambina selvatica che si fa chiamare Tigre e vive nei boschi.
Ci sono tanti temi importanti dentro l’avventura di “Rolando del camposanto“, narrati da Genovesi con grande tatto, una buona dose di ironia e tanta fantasia.
Rolando, il giorno prima del suo decimo compleanno, compirà una vera e propria impresa scalando il Monte Pupazzo, imbattendosi in tante prime volte, affrontando le sue paure più grandi e coinvolgendo i lettori in una giornata (e nottata!) indimenticabile.
Rimasto orfano a soli cinque anni, è andato a vivere con lo zio, il guardiano del cimitero, il quale ha alle spalle un passato tragico. Da quando ha subito un enorme trauma non è più in sé: non è capace di badare a se stesso, figuriamoci a un bambino.
Così Rolando è cresciuto da solo, arrangiandosi, sentendosi escluso dalle dinamiche dei bambini della sua età, e con un unico amico, un piccolo merlo al quale ha salvato la vita. Ma quando una sera incontrerà due fantasmi durante il suo giro tra le tombe, tutto cambierà…
Il narratore della storia si rivolge direttamente al lettore, spesso lo fa a fine capitolo o quando c’è una rivelazione importante nella pagina successiva, e penso che questo espediente possa essere di grande aiuto per i più piccoli.
Durante la storia si affrontano temi importanti, uno mi ha colpita più degli altri. Ho trovato molto dolce e delicato il modo in cui Genovesi declina la distanza che separa ciò che siamo dal modo in cui gli altri ci perpepiscono. O da ciò che gli altri credono di sapere su di noi, basandosi su pregiudizi, dicerie o bisbigli ascoltati per caso che diventano verità distorte.
Ho amato molto Stella, ma anche Tigre. Il loro essere fiere di se stesse, il loro non aver paura di mostrarsi per quello che sono e di rincorrere ciò che le fa stare bene veramente.
È stato bello stare a fianco a Rolando nella sua avventura, scoprirlo così coraggioso (ssshh, lui ancora non lo sa!) e così genoroso. Ciò che impara e capisce vale anche per noi adulti che fin troppo spesso dimentichiamo da che altezza guardare le cose.
E alla fine, che dirvi che non sapete già? Genovesi mi ha tirato un brutto scherzo, non me lo aspettavo un finale così commovente (qualche pagina prima ci aveva già pensato lo zio a emozionarmi). Né di scoprire chi si cela in realtà dietro il narratore della storia. Bello davvero, vi lascio con le parole dell’autore:
Hai visto Rolando? E sai quante sorprese ancora ti aspettano, là fuori? Stanno là e si chiedono: “Ma insomma, quando arriva Rolando?”.
E noi, che stiamo aspettando? Pronti ad abbracciare il mondo?