“Il caso del villaggio scomparso” di Tommaso Percivale: che giallo avvincente!
Dopo “Il caso dei sessantasei secondi“, Tommaso Percivale torna in libreria con un nuovo giallo per l’ordine della Ghirlanda: “Il caso del villaggio scomparso” (Mondadori ragazzi).
TRAMA – Le quattro inseparabili amiche Lucy, Candice, Kaja e Mei Li, membri del segretissimo ordine della Ghirlanda, vengono chiamate dalla Regina Vittoria a indagare su un nuovo caso: il professor Rasmussen, un sensitivo che gode di una grande influenza negli ambienti dell’alta società, prevede un disastro in una fabbrica di cotone che costa la vita a decine di bambini. Le ragazze si mettono sulle tracce e si ritrovano nella foresta di Wychwood, in un villaggio abbandonato che per un giorno si rianima e riporta in vita la giovane Abigail Brighton, morta in un incendio vent’anni prima. Fantasmi? Visioni paranormali? O solo suggestioni della mente? E cosa ha a che fare la ragazza con Rasmussen? Per trovare la verità Lucy, Candice, Kaja e Mei Li dovranno giocarsi il tutto per tutto, in una lotta dove a essere in pericolo saranno le loro stesse vite.
“Il caso dei sessantasei secondi” mi era piaciuto molto, ma con “Il caso del villaggio scomparso” Percivale ha fatto un salto in avanti! La trama è sicuramente più intricata e ricca, e le nostre quattro protagoniste riescono a ritagliarsi ognuna un po’ di spazio per raccontarsi al lettore e per mostrare anche qualche lato del carattere che avevano tenuto nascosto.
Ma cominciamo dall’inizio. Lucy, Candice, Kaja e Mei Li sono i membri del segretissimo ordine della Ghirlanda, istituito niente meno che dalla Regina Vittoria. Le quattro ragazze le hanno salvato la vita e hanno già lavorato per lei, occupandosi di misteri e casi che nessuno riesce a risolvere.
Grazie alla loro curiosità e ai loro talenti così diversi, Lucy, Candice, Kaja e Mei Li formano un team davvero pazzesco! La regina questa volta ha chiesto il loro aiuto per indagare su un sensitivo, il professor Rasmussen, che sembra essersi fatto largo tra gli ambienti più importanti di Londra, manipolando ministri e uomini facoltosi.
Ma, prima di questo incarico, le ragazze non erano di certo rimaste con le mani in mano! Un cacciatore aveva raccontato a Candice una storia strana su un villaggio che non si riesce a rintracciare sulle mappe, dove le persone avevano un atteggiamento sospetto e il giorno dopo erano… sparite. Ma come è stato possibile?
Un’altra persona non avrebbe mai creduto a un uomo che blatera di fantasmi, ma Candice e le sue amiche sanno quando dietro a una storia si cela un mistero da svelare.
Ma i fantasmi potevano anche essere altri, entità preziose che non avevano un corpo eppure facevano parte della vita di tutti.
I ricordi.
Le paure.
I sogni.
Le cose non dette, gli amori non corrisposti.
Tutto ciò che non esiste, ma che siamo capaci di inventare.
Due casi, forse tre, che finiscono per intrecciarsi in un unico grande giallo, che l’ordine della Ghirlanda sarà in grado di risolvere pezzo dopo pezzo. Con buona pace del capo di Scotland Yard…
In questo secondo romanzo, Percivale costruisce una storia davvero piena di eventi che finiscono per incastrarsi alla perfezione. Un caso avvincente raccontato con freschezza e ironia, ideale per un pubblico più giovane appassionato di gialli.
Per chi non avesse letto “Il caso dei sessantasei secondi” (molto male!) nessun problema: può affrontare “Il caso del villaggio scomparso” serenamente perché l’autore fa delle brevi incursioni nella storia precedente – lasciandovi intendere che comunque vale la pena recuperarla e io mi associo – ma soprattutto non lascia nulla di già detto riguardo alle sue protagoniste.
In vari momenti dei primi capitoli le ripresenta ai lettori, senza che chi le conosca già si possa risentire, anzi. È stato un modo per ritrovarle molto piacevole, che in alcuni punti mi ha fatto sorridere e in altri ha colmato una dimenticanza.
A differenza del primo volume, nel quale l’autore ha introdotto le protagoniste, questa volta ognuna delle quattro si ritaglia un piccolo spazio tutto per sé, o per mettersi nei guai (vero, Candice?) o per salvare la situazione (meno male che c’è Mei Li!).
Forse tra le quattro è Kaja che questa volta non riesce ad avere un ruolo importante, e ho trovato più presente Mei Li rispetto alle altre. Non so se sia stata una scelta voluta quella di concentrarsi maggiormente su una delle quattro, ne sapremo di più leggendo le prossime storie.
Credo che i libri per ragazzi, oltre a far appassionare alla storia e ai protagonisti, debbano incuriosire i loro lettori. Percivale ne “Il caso del villaggio scomparso” ci riesce molto bene, facendo una cosa a mio avviso molto importante: non edulcora nulla.
Sono davvero interessanti le parti in cui ci parla della Londra ottocentesca, della miseria, delle differenze di classi, delle diseguaglianze tra uomini e donne, del lavoro minorile nelle fabbriche.
Ho apprezzato sia il modo in cui l’autore sia riuscito a parlare di argomenti delicati calandoli perfettamente all’interno della narrazione, senza risultare pensante o fuori luogo, sia il fatto che non abbia “alleggerito” alcune situazioni. Oltre al giallo ha inserito elementi che potrebbero suscitare la curiosità dei ragazzi e, chi lo sa, magari un successivo approfondimento.
Alcuni sostengono che la scrittura sia un dono, altri che sia solo una questione di affinare o allenare un talento. Non so chi abbia ragione, ma spero che i romanzi di Tommaso Percivale arrivino nelle librerie di molti ragazzi perché, senza ombra di dubbio, è uno Scrittore con la S maiuscola.
P.S.: io non ho nessun talento ma vorrei far parte dell’ordine della Ghirlanda… non è che si potrebbe avere almeno la spilletta?