“Nevernight. Mai dimenticare” di Jay Kristoff: preparatevi per la vendetta
“Nevernight” è il primo libro di una nuova e appassionante trilogia fantasy a firma di Jay Kristoff in uscita per Oscar Mondadori il 3 settembre (saranno disponibili da quel giorno tutti e tre i volumi). Siete pronti per seguire l’ombra di un’assassina?
TRAMA – Destinata a distruggere imperi, Mia Corvere ha solo dieci anni quando riceve la sua prima lezione sulla morte. Sei anni dopo, la bambina cresciuta tra le ombre si avvia a mantenere la promessa che ha fatto il giorno in cui ha perso tutto. Ma le possibilità di sconfiggere nemici così potenti sono davvero esili, e Mia è costretta a trasformarsi in un’arma implacabile. Deve mettersi alla prova tra i nemici – e gli amici – più letali, e sopravvivere alla protezione di assassini, mentitori e demoni, nel cuore stesso di una setta dedita all’omicidio. La Chiesa Rossa non è una scuola come le altre, ma neanche Mia è una studentessa come le altre. Le ombre la amano. Si nutrono della sua paura.
“Nevernight. Mai dimenticare“, mi ha catturata e mi ha totalmente assorbita. La storia probabilmente all’inizio fa un po’ fatica a carburare, ma credo sia assolutamente comprensibile quando c’è da spiegare un intero mondo, le sue dinamiche, la religione, gli squilibri, i personaggi e le loro relazioni.
Ma quando si entra nel vivo, credetemi, è impossibile staccarsi da questo primo volume!
Mia Corvere è uno di quei personaggi capaci di legarti a sé a filo doppio. Quando le sue ragioni saranno palesi al pari dei sacrifici che è disposta a compiere per portare a termine i suoi piani, quasi quasi vorresti allearti con lei per aiutarla nella sua vendetta. Sperando di non farti ammazzare…
La sua è una storia di sangue versato per vendicarsi di ciò che è stato fatto alla sua famiglia. Mia ha solo dieci anni quando sua madre le impone di guardare suo padre che viene impiccato, reo di essere stato traditore della Repubblica di Itreya. Ed è lì che sua madre le sussurrà quello che diventerà il suo mantra:
«Mai tirarsi indietro.» Un sussurro freddo nel suo orecchio. «Mai avere paura. E mai, mai dimenticare.»
Mia quel giorno perderà anche la madre, che verrà fatta prigionieria insieme al suo fratellino. Gli uomini che hanno ucciso suo padre vorrebbero fare lo stesso con lei, ma la bambina riesce a scappare aiutata da un amico misterioso che deciderà di rimanere al suo fianco.
Nel suo vagabondare, la piccola incontra Mercurio che diventerà il suo Shahiid, il suo maestro. Per sei anni Mia avrà un unico obiettivo: entrare nella scuola della Chiesa Rossa, dove vengono formati gli assassini più temuti, in nome della “Mannaia. Niah. La Dea della notte. La Nostra Signora dell’omicidio benedetto. Sorellamoglie di Aa e madre del buio famelico dentro noi tutti”, per poter compiere la sua vendetta.
Per arrivarci dovrà superare diverse prove e anche una volta diventata un’accolita non sarà proprio una passeggiata. Oltre alla formazione con i vari maestri (se non studi alla Chiesa Rossa sono guai seri), Mia dovrà fare i conti con se stessa, in un duplice modo.
La Chiesa Rossa mira ad annullare le emozioni e i sentimenti, ma lei continua a ripetersi: “Io so chi sono e non lo dimenticherò mai”. Questo, soprattutto nei capitoli finali, cambierà la sua sorte e quella di molti altri.
Ma in quel “io so chi sono” in realtà manca un pezzo. Mia è una tenebris, è capace di modellare le ombre a suo piacimento, di diventare invisibile sotto di loro, di usarle come arma.
Filo dopo filo, intrecciò l’oscurità con dita abili, come una sarta che filava un mantello… un mantello su cui occhi sprovveduti avrebbero potuto smarrire la strada. Un manto di ombre. Come ogni potere, richiede un tributo. Mentre Mia tirava le ombre attorno a sé, nei suoi occhi la luce si affievoliva.
Ma la ragazza non sa bene come orientarsi con queste sue capacità, non le sa usare al massimo delle loro potenzialità e soprattutto ha un sacco di domande che attendono di ricevere una risposta.
Sarà bellissimo il momento in cui riuscirà a far luce almeno su un tassello, quando quel “Non guardare” tornerà ad avere un senso.
Vorrei scrivere un sacco di cose sulla storia di Mia, sulle relazioni che intreccerà con gli altri accoliti, ma il rischio spoiler è troppo alto. Vi dico solo che alla fine c’è un colpo di scena che vi lascerà senza parole. O meglio, le parole che vi verranno in mente non saranno carine per niente…
La storia, perché Mia è una ragazza con una storia da raccontare, mi ha appassionata così tanto che non vedo l’ora di leggere il seguito.
«Ascolta, ragazza» disse Aelius storcendo il naso. «I libri che amiamo, ci amano a loro volta. E proprio come noi segniamo certi passi sulle pagine, quelle pagine lasciano il loro segno su di noi. Lo posso vedere in te, come sicuramente tu lo vedi in me. Tu sei una figlia delle parole. Una ragazza con una storia da raccontare.»
Jay Kristoff è stato capace di inventarsi un mondo incredibile, pensando proprio a tutto, fornendo descrizioni così dettagliate da far dubitare che sia un’opera di fantasia. Il suo linguaggio è accattivante, la trama è costruita benissimo tanto da, come dicevo prima, sorprendere nel finale.
Ci sono intuizioni geniali e le emozioni vengono raccontate con intensità, al pari delle azioni e delle prove a cui Mia e gli altri vengono sottoposti di continuo. Dalla seconda metà in poi non riuscirete più a posarlo!
L’ultimo appunto lo riservo per il narratore di “Nevernight”. Un narratore per il momento ancora sconosciuto (vi invito, al termine del libro, a rileggere la prima pagina) che ci ha intrattenuto lungo la narrazione con le sue note a più di pagina. Se alcune sono molto divertenti e piene di sarcasmo, altre devo ammettere che le ho trovate inutilmente lunghe, in alcuni casi capaci solo di distrarre durante un passaggio importante per non aggiungere nulla.
“Nevernight” ha tutti gli ingredienti per appassionare e affascinare il lettore. Cosa succederà adesso a Mia? Non mi resta che scoprirlo con gli altri due volumi…