“Note di cuore” di Margit Walsø: in alcuni punti troppo “tecnico”
“Note di cuore” di Margit Walsø (Sonzogno) è stato un viaggio allo scoperta dei profumi e dell’arte della loro creazione. Un libro particolare che in alcuni punti, però. rischia di essere troppo “tecnico”.
TRAMA – Fresca di studi di chimica, Ingrid ha deciso di lasciarsi alle spalle un lavoro noioso e una serie di sconfitte, e anche se, a bordo del treno che dalla costa occidentale della Norvegia la sta portando verso sud, la sua scelta le appare all’improvviso priva di senso, sa perfettamente di non poter tornare indietro. Una scoperta fatta nella cantina della casa di famiglia solo qualche settimana prima ha rafforzato il suo desiderio di partire per Grasse, la città dove suo padre passava lunghi periodi, lontano da lei, e dove Ingrid vuole trovare qualcosa che non può più aspettare. Perché mai suo padre, un ingegnere meccanico, trascorreva tanto tempo in Provenza, la terra delle fabbriche di profumo? Cosa lo aveva spinto a dedicarsi con tanta passione a fragranze ed essenze? Odori e profumi, si sa, risvegliano i ricordi, e seguendone la scia Ingrid arriva alla celebre fabbrica di Sonja Richard, donna alquanto misteriosa, impegnata a sviluppare molecole sintetiche da accostare alle essenze naturali d’arancia, rosa, gelsomino e lavanda, per accaparrarsi la produzione del nuovo profumo di Chanel. Come un compositore che combina le note musicali per creare la propria melodia, impadronendosi di una sorta di personale vocabolario degli odori, Ingrid impara ad accordare oli essenziali, estratti e resine, selezionando minuziosamente le materie prime e diventando presto esperta. In un ambiente spesso ostile, dominato dalla tradizione, il sensuale universo dei profumi l’aiuterà a scoprire cosa nasconde il passato di Sonja, e a trovare finalmente le risposte che cercava.
Dopo essere stata attratta dalla copertina stupenda di “Note di cuore“, mi sono lasciata incuriosire dalla trama del romanzo, dal quale, però, mi sarei aspettata qualcosina di più.
Conosciamo Ingrid in partenza, dalla Norvegia verso la Francia. La ragazza non si allontana da casa, da sua madre Anna, ma scappa. Corre via da un posto che la fa soffrire perché le ricorda il padre; dalle sue scelte sbagliate tra lavoro e università; da luoghi ai quali non sente di appartenere. E arriva a Grasse, tra i suoi fiori, tra i suoi colori, tra le sue rose e i suoi gelsomini.
Lì suo padre trascorreva lunghi periodi, in una fabbrica che produce profumi, ed è da quel luogo che Ingrid vuole ripartire, per trovare delle risposte, ma anche per provare a essere finalmente se stessa.
Creare un profumo è scrivere una storia. Io sono Ingrid. Deve esserci qualcosa di più, nella mia vita. Posso ricominciare. Papà è stato qui. Voglio ritrovarlo.
La scrittura di Margit Walsø è incredibilmente evocativa, le descrizioni sono piene, rotonde, sembra di essere a Grasse insieme a Ingrid. Trascrivere su carta le sensazioni che possono trasmettere i profumi non era compito facile, ma l’autrice di “Note di cuore” ci è riuscita molto bene.
La vicenda personale di Ingrid scorre parallela al suo immergersi in una realtà per lei completamente nuova. Nel raccontare il modo in cui la nostra protagonista impare a riconoscere i profumi e a mescolare le materie prime, Margit Walsø ha inserito nella narrazione parti molto “tecniche” nelle quali si addentra a parlare del procedimento di realizzazione di un profumo, le varie componenti, i processi chimici…
Oltre ad aver appensantito la lettura, la scelta di interire tanti elementi di questo genere ha, a mio avviso, fatto perdere un po’ di fascino e di seduzione al profumo stesso.
Inoltre, queste parti hanno secondo me rubato spazio alle emozioni di Ingrid nel presente, a ciò che prova nei lunghi mesi che trascorre a Grasse. La sfera emozionale tende a essere oscurata, ed è un vero peccato perché quando la narrazione si sposta nel passato l’autrice riesce a trasmettere perfettamente il senso di frustrazione, di tristezza, di fallimento della nostra protagonista.
Ci sono pagine molto intense in cui Ingrid si rapporta alla madre, il dolore di Anna si percepisce anche nella sua immobilità e nei suoi gesti muti. Mi sarebbe piaciuto ritrovare la stessa carica emotiva anche nel presente, durante il quale le vicende si susseguono spesso veloci e ripetitive, e i pochi cenni di una riflessione si hanno solo quando riusciamo, per poche righe, a sbirciare tra le pagine del diario di Ingrid.
“Note di cuore” è un libro interessante e scritto molto bene, ma forse avrebbe avuto bisogno di un diverso bilanciamento degli ingredienti da cui è composto, o magari una revisione delle dosi.