“Cercasi commessa al reparto omicidi” di Katherine Woodfine: che avventura!
“Cercasi commessa al reparto omicidi” di Katherine Woodfine (Il battello a vapore) è un giallo per ragazzi davvero molto carino. Una lettura piacevole, piena di colpi di scena!
TRAMA – Londra, 1909. Dietro le scintillanti vetrine dei magazzini Sinclair si nasconde un mistero: qualcuno ha rubato un prezioso uccellino meccanico. La prima a essere sospettata dal direttore è Sophie Taylor, una ragazza appena assunta nel reparto moda. Determinati a risolvere il mistero, Sophie e i suoi amici Billy, Lil e Joe verranno coinvolti in una serie di intrighi che li porterà nei bassifondi di Londra dove, tra messaggi cifrati, spie e colpi di scena, scopriranno che il furto non è che la punta dell’iceberg.
“Cercasi commessa al reparto omicidi” è stata un’avventura sempre più incalzante. Pensavo che mi sarei ritrovata a leggere un giallo classico, magari la risoluzione di un omicidio, invece la trama si allarga capitolo dopo capitolo, e il lettore si ritrova in mezzo a tradimenti, spie, furti, inseguimenti, fughe rocambolesche, colpi di scena…
E siamo solo all’inizio! La storia di Sophie, Billy, Lil e Joe si arricchirà di nuovi tasselli nel secondo capitolo della serie “L’ultimo ballo della falena d’oro“, uscito in libreria questo mese: ho letto la trama e ci sarà lo stesso super cattivo, ormai acerrimo nemico dei giovanissimi impiegati dei magazzini Sinclair.
Ma torniamo al primo volume. In “Cercasi commessa al reparto omicidi” conosciamo i quattro i ragazzi protagonisti della serie e sono certa che ci sia ancora molto altro da sapere. Tutti hanno un ruolo importante nella vicenda (Billy mi ha davvero sorpresa alla fine!), ma probabilmente è Sophie quella che conosciamo un po’ di più.
Ci sono alcune cose che lei racconta, soprattutto all’inizio, che mi avevano lasciato perplessa: me le ero appuntate con l’intenzione di inserirle qui, nella recensione. Alcuni “buchi”, chiamiamoli così, della sua storia personale che mi sembravano quasi degli scivoloni.
Ma l’autrice mi ha fregata. Leggendo (attentamente) le ultime pagine, ho capito che ha in serbo ancora delle altre sorprese per il lettore, tutte da scoprire… Ho fatto male a non fidarmi di lei, non commettete il mio stesso errore di valutazione!
Parlandovi sempre della seconda parte del romanzo, le ultime 90 pagine le ho lette smaniosa di sapere come sarebbe andata a finire, di capire come Sophie e gli altri avrebbero districato la matassa e… mannaggia, non posso dire quasi niente! Sappiate solo che sono stata anche un po’ in ansia, esattamente come mi succede per certi gialli non targettizzati solo “per ragazzi”.
Merito sicuramente della scrittura di Katherine Woodfine, semplice ma non per questo meno accattivante o avvincente. L’unica pecca, che però non è attribuibile a lei ma a chi si è occupato della traduzione, qualche svista nell’uso dei congiuntivi nei dialoghi. Capisco che nel parlato siamo soliti, io per prima, dimenticarcene, ma dato che si tratta di un libro destinato ai ragazzi, forse andava prestata una maggiore attenzione.
Ad ogni modo, una lettura davvero molto piacevole, una serie sicuramente da consigliare ai ragazzi che per le vacanze avranno voglia di leggere un bel giallo!