“Ultimo tango all’ortica” di Rosa Teruzzi: torna in libreria un trio molto amato
Siamo giunti al quarto libro di Rosa Teruzzi con protagoniste Iole, Vittoria e Libera. Dopo “La sposa scomparsa“, “La fioraia del Giambellino” e “Non si uccide per amore“, l’autrice torna in libreria con “Ultimo tango all’ortica” (Sonzogno).
TRAMA – È una sera umida di fine agosto, alla periferia di Milano. Sotto le luci intermittenti della balera dell’Ortica, tutti gli sguardi sono puntati sul corpo sinuoso di Katy, che danza un tango sensuale allacciata al suo cavaliere e che poi, appena la musica finisce, fugge via. Quella stessa notte, fuori dal locale, viene trovato il cadavere di un giovane uomo, assassinato a colpi di pistola: era un ex di Katy, geloso e molesto, che la pedinava e la perseguitava. Chi l’ha ucciso? Forse la stessa Katy? Forse un altro spasimante? Per il delitto, però, la polizia arresta un personaggio insospettabile, il maggiordomo di una dama dell’alta società milanese. Sarà proprio questa signora ad assoldare Libera, la fioraia detective, e la sua eccentrica madre Iole, perché lo tirino fuori dai guai. Comincia così la quarta indagine delle Miss Marple del Giambellino, la stravagante coppia di investigatrici dilettanti, questa volta impegnate a risolvere un caso che le riguarda da vicino e che le metterà in competizione con le forze di polizia.
È sempre complicato parlare di una serie: da una parte perché non si può dire molto per non lasciare spoiler a chi ancora deve iniziare, dall’altra perché quando si è giunti ormai a un quarto capitolo le aspettative cambiano, così come l’atteggiamento del lettore nei confronti dei protagonisti.
Rosa Teruzzi in questi anni ci ha tenuto compagnia con romanzi davvero molto belli, gialli finemente costruiti nei quali parallela a un caso specifico che inizia e finisce nell’arco di un libro, si sviluppa una sottotrama fatta non solo di misteri ma anche di relazioni e di forti emozioni. Con ognuno dei romanzi precedenti, e anche con il nuovo “Ultimo tango all’ortica“, il lettore rimane ancorato a una nuova domanda, a una nuova storia da conoscere e da svelare.
Protagonista delle vicende rimane Libera, che dopo l’omicidio del marito ha cambiato vita diventando fioraia, e che adesso si diverte a fare da Miss Marple insieme alla madre Iole, e sotto lo sguardo attento, ma adesso molto meno severo di prima, della figlia Vittoria.
Partendo proprio da loro, ammetto che quello che mi è mancato in “Ultimo tango all’ortica” è stato un ulteriore passo in avanti dei personaggi, un’evoluzione dei loro rapporti. Libera è incastrata, imprigionata dalle sue stesse frustrazioni che rimbombano sotto forma di domande nelle sua testa; domande per le quali non fa nulla di concreto per trovare delle risposte o per superarle. Iole è sempre Iole, con i suoi partner interscambiabili, il suo corpo reso flessuoso dallo yoga, il suo stile stravagante, ma in questo quarto capitolo l’ho trovata un po’ sottotono. Non so dirvi se è perché il personaggio ha perso ai miei occhi la freschezza che aveva all’inizio, con il suo carico di inaspettato che faceva sorridere, o se è perché anche Iole non si è davvero mai mossa dallo schema che le è stato costruito inizialmente e che alla lunga perde quel sapore di novità.
L’unica che in questo quarto capitolo della serie fa un passetto in avanti è Vittoria, la figlia di Libera, che sembra sciogliersi nei confronti della mamma e della nonna, provando ad assecondarle nelle loro indagini amatoriali. La ragazza è molto meno burbera e scostante adesso che l’omicidio di suo padre è stato risolto e può guardare al futuro libera dagli spettri del passato.
È anche giusto sottolineare che dai fatti narrati in “Non si uccide per amore” sono passate solo un paio di settimane, quindi è comprensibile che le nostre protagoniste in “Ultimo tango all’ortica” si muovano ancora all’interno delle stesse dinamiche, ma per il lettore è trascorso oltre un anno dall’ultima volta che le ha incontrate e probabilmente è facile cadere nell’errore di pensare che sia stato lo stesso anche per loro, aspettandosi qualcosa in più o di diverso. Io per prima ci sono cascata, per poi rendermi conto che la distanza temporale tra i due romanzi era davvero minima. Alla luce di questo probabilmente le mie considerazioni avrebbero dovuto subire delle modifiche, ma da lettrice vi dico sinceramente che avrei magari preferito una narrazione in un tempo diverso, in modo da avere qualche elemento nuovo.
Il giallo dell'”Ultimo tango all’ortica“, invece, è ben strutturato, come Rosa Teruzzi ci ha ormai abituati e tocca temi legati all’attualità, sempre con un occhio ben attento nei confronti delle donne. Lo stile dell’autrice, fresco, moderno e scorrevole, rendono la lettura piacevole e coinvolgente.
E ancora una volta il finale ci fa rimanere con dubbi e domande, con nuovi interrogativi che si spera verranno sciolti nel prossimo romanzo. Il consiglio rimane sempre lo stesso: iniziate dal primo volume della serie!