“Il gioco del suggeritore” di Donato Carrisi: la sfida è ricominciata
A dieci anni dall’esordio con “Il suggeritore“, Donato Carrisi torna in libreria con “Il gioco del suggeritore” (Longanesi) e lo fa ancora una volta regalandoci un romanzo finemente confezionato, scritto in modo da non farci dormire la notte, arricchito da un’analisi sociologica molto interessante. Insomma, se avete dubbi su cosa regalare a Natale, Carrisi potrebbe essere una soluzione!
TRAMA – La chiamata al numero della polizia arriva verso sera da una fattoria isolata, a una quindicina di chilometri dalla città. A chiedere aiuto è la voce di una donna, spaventata. Ma sulla zona imperversa un violento temporale, e la prima pattuglia disponibile riesce a giungere soltanto ore dopo. Troppo tardi. Qualcosa di sconvolgente è successo, qualcosa che lascia gli investigatori senza alcuna risposta possibile – soltanto un enigma. C’è un’unica persona in grado di svelare il messaggio celato dentro al male, ma quella persona non è più una poliziotta. Ha lasciato il suo lavoro di cacciatrice di persone scomparse e si è ritirata a vivere un’esistenza isolata in riva a un lago, con la sola compagnia della figlia Alice. Tuttavia, quando viene chiamata direttamente in causa, Mila Vasquez non può sottrarsi. Perché questa indagine la riguarda da vicino. Più di quanto lei stessa creda. Ed è così che comincia a prendere forma un disegno oscuro, fatto di incubi abilmente celati e di sfide continue. Il male cambia nome, cambia aspetto, si nasconde nelle pieghe fra il mondo reale e quello virtuale in cui ormai tutti trascorriamo gran parte della nostra vita, lasciando tracce digitali impossibili da cancellare. È un gioco, ed è soltanto iniziato. Perché lui è sempre un passo avanti.
Essendo un thriller, della trama de “Il gioco del suggeritore” non vi dirò molto. Sia perché il rischio spoiler è molto alto, sia perché non potrei mai privarvi della “caduta di mascella” che comporta la lettura di alcuni capitoli. Ho più volte parlato della maestria di questo autore nello scrivere trame avvincenti e della sua capacità di tenere il lettore incollato alle pagine e anche questa volta non mi ha delusa.
A ognuno di noi è destinato un assassino. Come con l’anima gemella, a volte lo incontriamo e altre volte no.
Con “Il gioco del suggeritore“, letto necessariamente alla luce del giorno, io ho dovuto prendermi diverse pause. La scrittura di Carrisi mi ha tenuta in un continuo stato di angoscia. Anche quando le situazioni descritte non avrebbero portato a nulla di pericoloso, avevo sempre i sensi in allerta, temevo che il buio sarebbe sopraggiunto da un momento all’altro.
Quel buio da cui Mila proviene e al quale spesso è costretta a ritornare. Mila è affetta da alessitimia, ovvero da un analfabetismo emotivo che non le consente di essere empatica, di provare emozioni. Se questa mancanza le è stata utile nel suo lavoro, nel dare la caccia a quegli scomparsi che vengono presto dimenticati dalle forze dell’ordine ma non dai loro cari, diventa un peso nel suo essere madre.
Nel corso del romanzo le emozioni di Mila gioceranno un ruolo fondamentale. Non essendo una persona particolarmente introspettiva, proprio perché non riesce a relazionarsi con le sue emozioni, non troverete nel testo momenti di riflessione sul suo ruolo, ma frasi molto sbrigative che liquidano la faccenda con conclusioni del tipo: “Non volevo avere una figlia”. Ci sono vari momenti in cui Mila affronta il suo essere madre e lo fa con una lucidità così schietta e tagliente da risultare di forte impatto per il lettore. Lo fa come affronta ogni altra cosa, nell’unico modo che conosce, diretto, testardo, intransigente, rigido, severo. Come lei.
Carrisi, dopo tanti libri in cui Mila è la protagonista, le ha voluto fare un dono. “Goditi questo regalo”, si legge nelle ultime pagine del romanzo. Non vi dirò chi lo dice, né perché, ma ho avuto la sensazione che fosse lo stesso Carrisi a parlare. Lo scrittore, ne “Il gioco del suggeritore“, si prende cura della sua protagonista come non aveva mai fatto prima d’ora – forse anche per questo il libro è un po’ diverso dai precedenti – regalando al lettore una nuova prospettiva, un nuovo inizio, che chissà dove ci condurrà…
Per quanto riguarda l’indagine, invece, posso solo dirvi che c’è una presa di posizione molto netta su internet, sui social network, e sull’impatto che hanno nelle nostre vite:
“Credi di interagire con gli altri, invece ti circondi di falsi amici solo per sbirciare nella vita altrui e per farti guardare – senza pudore, senza vergogna… Sei solo un criceto in gabbia che passa il tempo a spiare nelle gabbie degli altri criceti”.
Lo scenario che Carrisi descrive ne “Il gioco del suggeritore” ci porta nell’Altrove, dove tutto si mescola e si confonde, dove gli uomoni si spingono oltre i limiti, incapaci di controllare pulsioni e desideri più nascosti. Ma quanto c’è di vero? Quanto di tutto quello in realtà non viene suggerito? Orientarsi sarà sempre più difficile. Il lettore viene messo continuamente alla prova ma gli vengono forniti anche diversi spunti di riflessione quanto mai attuali.
“Ci hanno detto che internet era una rivoluzione indispensabile. Ma nessuno ha previsto quanto ci sarebbe costato”.
Forse è ancora presto per pagare il conto, ma già qualcuno ha avuto modo di conoscerne il prezzo. Sempre più spesso i romanzi servono come punto di partenza per un’analisi più ampia di fenomeni sociali e Carrisi usa Mila e un nuovo suggeritore proprio per discutere dei rischi della tecnologia, senza però dimenticarsi di quel buio che tanto gli è caro, della parte più oscura di ogni essere umano, del lato che bisogna tenere a bada per non essere sopraffatti.
“Il gioco del suggeritore” è un ottimo romanzo anche se “Il suggeritore” rimane, a mio avviso, un libro insuperabile. Il finale è meno di impatto rispetto a ciò ci ha abituati Carrisi, di sicuro non ha generato il panico di quello de “L’uomo del labirinto“, anche se lascia con qualcosa di irrisolto. Come dicevo prima, mi è sembrato più dedicato a Mila che al lettore (tutto il romanzo a ben pensare, non solo il finale), ma va bene così. Se lo meritava un regalo. Ma chissà cosa le riserverà il futuro…
Anche a me incuriosisce un sacco questo romanzo! Ho letto Il suggeritore, e mi era piaciuto un sacco 🙂
Come ho scritto, per me “Il suggeritore” rimane unico, ma anche questo è un bellissimo libro!
non so chi abbia scritto l’articolo, ok, il romanzo sarà stato anche “finemente confezionato”ma di un regalo mi piace andare oltre la confezione…
Dopo il libro sul coniglio… (L’uomo del labirinto) mi ero ripromesso che non avrei letto più nulla di Carrisi, ci son cascato…ed eccomi qui ad aver letto “Il gioco del suggeritore”… dove, ancora auna volta, gli squilibri mentali son sempre di scena per provocare improbabili “colpi di scena” e per “giustificare” comportamenti e evoluzioni del racconto, assolutamente privi di logica.
Chi sarò il protagonista del prossimo di Carrisi ? Ufo Robot o pac-man ?
Un buon libro “il gioco del Sugeritore” di D.Carrisi. Deludente come eventuale continuazione (attesa) del “l’uomo del labirinto”. Rimangono ancora molte ipotesi aperte. Sarà il quinto volume che uscirà (non so quando…..) a chiudere un crchio? Una parola a chi riceverà in regalo e affronta D. Carrisi per la prima volta: è necessario risalire ai libri precedenti (in edizione economica) che sono nell’ordine : Il Suggeritore, L’ipotesi del male, L’uomo del Labirinto e IL gioco del suggeritore esattamente nell’ordine. Attenzione che D.Carrisi non scrive banali romanzetti rosa!!!!!!!!
Buona lettura e buone feste.
Se per la Bacci, Carrisi è una pizza con doppia mozzarella, per me rimane una buona minestra, di quelle che mangi volentieri quando sei un po’ malaticcio, che non sono neanche male a vedersi, ma, in fondo in fondo, una bella lasagna è sempre più appetibile. “Il suggeritore” mi era piaciuto molto, ma con Carrisi, io ho sempre lo stesso problema: c’è qualcosa che non mi convince mai sino in fondo; sarà la mancanza di ambientazioni, saranno quei nomi strani che appioppa ai suoi personaggi… fatto sta che non corro mai in libreria per un suo libro. Magari lo leggerò, in futuro, chissà!
Però la tua recensione è bella bella <3
Grazie ❤️! Il problema è che le lasagne, quelle buone, sono sempre più rare!!!
Risposta a Laura Da Pietro :
Pizza, mozzarelle e minestre con aggiungta di “pasta con pomodoro in coppa” stai condendo il D.Carrisi alias “maestro del triller” senza avere la ben minima conoscenza “globale” dei suoi lavori. Sono un fisico_matematico e le mie letture sono decisamente complesse (dammene atto), ma Carrisi mi ha preso e molto seriamente! Condivido al 100% le considerazioni di Azzurra alla quale,a suo tempo, ho scambiato un augurio che il quarto volume della famosa trilogia avrebbe svelato il dualismo MILA-SAM. (se non intendi significa che conosci poco CARRISI). Attendo il quinto volume che ,sono sicuro, aprirà nuovi scenari in perfetta sintonia con i fenomeni sociali dei nostri tempi ai quali Donato si rivolge con senso critico.
Saluti
Pietro
Azzurra Sichera, ok, il romanzo sarà stato anche “finemente confezionato” ma di un regalo mi piace andare oltre la confezione e vedere il contenuto.
Dopo il libro sul coniglio… (L’uomo del labirinto) mi ero ripromesso che non avrei letto più nulla di Carrisi (li ho letti tutti), ci son cascato…ed eccomi qui ad aver letto “Il gioco del suggeritore”… con un inizio intrigante assai devo dire ma… ancora una volta, gli squilibri mentali son sempre di scena per provocare improbabili “colpi di scena” e per “giustificare” comportamenti e evoluzioni del racconto, assolutamente privi di logica.
Chi sarò il protagonista del prossimo di Carrisi ? Ufo Robot o pac-man ?
per Vincenzo da Pietro alias Vaagabondo:
ma proprio in quelli che definisci “squilibri mentali” sta la bravura di Carrisi. I suoi libri sono dei saggi sulla psicologia malata dei “serial” che, putroppo, vivono accanto a noi e si intersecano nella nostra quotidianità con azioni devastanti. Dei suoi personaggi MILA (dotata i una naturale sensibilità intuitiva) ci conduce alla ricerca dei “mostri” cercando di intercettare le loro mosse sino ad individuarli e ,come nel caso del “labirinto”, giustiziarli. Il prossimo di Donato sarà sullo stesso stile (forse tornerà in gioco SAM) o sarà tutt’altra cosa (vedi la “ragazza nella nebbia”) entreranno in gico al tri personaggi “ma” il filo conduttore sarà sempre quello di mettere in evidenza i “mali”di questa società e le aberrazioni delle menti malate.
SAluti
Il vagabondo (pietro)
Sono un estimatore di Carrisi, ho letto tutti i suoi libri, acquistati appena usciti. Devo però dire che dopo lo stupore del finale de L’uomo del labirinto” mi sarei aspettato qualche risposta. Tra tutti i romanzi di Carrisi, questo è quello che non mi ha entusiasmato (diciamo che dal penultimo mi è sorta qualche perplessità). Ho trovato poco ritmo, ambientazione incolore, un po’ ripetitivo. Tra l’altro, l”Altrove” della storia mi è apparso troppo forzato, eccessivamente inverosimile. Spero in una ripresa di Carrisi, che torni al livello de “Il Suggeritore”.
Saluti
Federico
Ciao!!
Premetto che non sono una grande lettrice però i libri di Carrisi sono talmente magnetici x me che non mi durano nemmeno una settimana!
Ma quest’ultimo mi ha lasciato vari interrogativi che spero qualcuno possa risolvermi….
Come mai non menzionano a cosa è successo a Mila nell’uomo del labirinto e al suo rapitore?
Poi nell’ipotesi del male si fa più volte riferimento al suggeritore e alla fine inizia a soggiogare anche Alice quindi era prevedibile quello che poteva succedere in questo libro nei confronti della bambina però quello che non mi è chiaro è se si tratta dello stesso suggeritore??