“La passione di Artemisia” di Susan Vreeland: Artemisia Gentileschi non la dimenticherete facilmente
Recensione di Tatiana Spadoni
Mi avevano chiesto di leggere un libro che abbia come protagonista una donna forte. Io ho trovato lei: Artemisia Gentileschi, un personaggio coraggioso, sovversivo, passionale.
TRAMA – “La passione di Artemisia” di Susan Vreeland (Neri Pozza) narra dell’incessante lotta della prima grande pittrice celebrata e riconosciuta nella storia dell’arte: Artemisia Gentileschi, la donna che, in un mondo ostile alle donne, riuscì a imporre la sua arte e a difendere strenuamente la sua visione dell’amore e dell’esistenza. Violentata dal suo maestro, Artemisia subì, nel corso della sua vita, non soltanto l’onta di un processo pubblico nella Roma papalina, e l’umiliazione di un matrimonio riparatore con Pietro Stiattesi, artista mediocre, ma anche un duro, terribile confronto con il suo avversario più temibile: il grande pittore Orazio Gentileschi, suo padre.
Artemisia ha conquistato subito il mio cuore. Fin da giovanissima viene messa a dura prova sia come donna sia come pittrice, ma nonostante tutto non smetterà mai di rincorrere il suo desiderio di essere apprezzata, la sua voglia di migliorarsi.
Vive in uno dei periodi storici più effervescenti per l’arte e le scienze, incontra personaggi illustri, tra cui Galileo e Michelangelo il giovane, serve le corti più ricche ed intellettuali d’Italia.
Eppure rimane sempre una donna che sogna l’amore, che si preoccupa per l’avvenire di sua figlia, che soffre per il suo onore che le è stato strappato con la forza.
“Non sono felice come fingo di essere”.
“E allora perché fingi?”.
“Perché fingere di essere felici è quasi come esserlo davvero”.
Una ricerca della felicità continua e quasi disperata, una donna vera lontana nel tempo ma vicina nelle sue emozioni e aspirazioni.
Lasciati il passato alle spalle, così il futuro potrà trovarti.
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